Chiara Cretella è scrittrice, critica letteraria, Cultore della materia presso la cattedra di Letteratura Contemporanea del Dams di Bologna e caporedattrice della rivista di poesia e studi di genere Le voci della Luna. Scrive per riviste e quotidiani nazionali, ha pubblicato vari libri, tra operedi narrativa, saggi, testi critici, prefazioni e traduzioni.
Christian Donelli ha intervistato la Cretella. La conversazione che ne è scaturita, pubblicata dagli amici di inutile – opuscolo letterario per palati fini – offre diversi spunti di riflessione, a partire dalla dialettica, inevitabilmente tormentata, tra vecchie e nuove generazioni di intellettuali.
Un breve stralcio:
“[…] a 31 anni non mi sento e non sono giovane, semplicemente l’Italia è dominata dalla gerontocrazia. Pensa che un quaranta-cinquantenne oggi è ancora chiamato un giovane scrittore! In realtà questo nasconde un immobilismo allucinante, tributo che l’estero non paga. Cosa può capire un critico settantenne – come molti ce ne sono oggi – delle ultime espressioni giovanili? Molto poco, gli sfuggono la lingua, il contesto, gli strumenti e i supporti informatici, una marea di cose insomma. Tutte cose ovviabili comunque, se gli anziani imparassero dai giovani invece di fare finta che essi siano una semplice patologia da curare o di farli permanere forzatamente in un precariato e in uno stato che considerano di minorità intellettuale.”
Sono un appunto, chiaro: Christian non fa parte della redazione, ma ci ha spedito in visione quell’intervista, che non ho potuto non pubblicare.
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MS
Grazie dell’importante precisazione, satanasso. Ho aggiornato il post di conseguenza.
Interessante! Ecco, la mia impressione è che si stia perdendo
(giovani ed anziani, non ho mai creduto in queste distinzioni post-sessantottine)
la voglia di imparare. Per imparare occorre aperti alle novità e modesti,
anzi (peggio) percepire la modestia come una virtù.
Un caro saluto
Carlo