“Fare film politici oggi non è facile come venti o trent’anni fa. Oggi più di allora il cinema è intrattenimento prima che veicolo di messaggi.”
(Sidney Pollack)
Sidney Pollack, uno dei miei registi preferiti, è morto ieri all’età di 73 anni. La sua lunga carriera è costellata di grandi successi, da “The Way We Were,” e “Tootsie” a “Out of Africa.
È stato uno degli ultimi registi in grado di coniugare, apparentemente senza sforzo, qualità artistica e successo al botteghino, come oggi pochi riescono a fare, a parte rare e luminose eccezioni, come Steven Spielberg o Clint Eastwood. Pollack è stato però anche attore: lo ricordo ad esempio in Tootsie e anche, in un ruolo chiave, in Eyes Wide Shut di un altro grande del cinema di tutti i tempi, Stanley Kubrick.
È stato tra i fondatori del Sundance Institute, assieme all’amico Robert Redford. L’attore è stato per Pollack ciò che Henry Fonda e John Wayne furono per John Ford, o, in tempi più recenti, Tom Cruise e Tom Hanks per Steven Spielberg.
Con Pollack scompare davvero una pagina fondamentale del cinema di questi ultimi decenni.
(La foto risale alla presentazione romana dell’ultimo lavoro di Pollack, “Sketches of Frank Gehry,”)