Vi segnalo un interessante contributo di Gabriele Pedullà, apparso oggi su D La Repubblica delle Donne, sul ruolo del mezzo televisivo in relazione alla dimensione teatrale.
Un breve stralcio:
“La televisione favorisce la passività gli spettatori sono tenuti prigionieri, l’onnipresenza degli audiovisivi fiacca le capacità di resistenza alla propaganda. Siamo abituati a sentire ripetere così spesso frasi come questa che abbiamo smesso di interrogarci sulla loro attendibilità. Il discorso merita tuttavia un’ulteriore riflessione. Quando “il cinema si vedeva solo al cinema”, gli spettatori erano obbligati a “fare” esperienza del film secondo un codice di comportamento unico, ma la diffusione di videoregistratori, lettori, videofonini, palmari oltre che, appunto, della televisione ha cambiato tutto. La sala cinematografica, così come la sua antenata (la sala teatrale “all’italiana” inventata dagli architetti del Rinascimento), è stata pensata per un pubblico dedicato. Immobile, silenzioso, attento, disciplinato. E ricettivo. La televisione invece, soprattutto da quando è regolata dall’utilizzo del telecomando, ha sancito il passaggio dalla passività assoluta a una forma di sfrenata attività. […]”
Una bella riflessione.
In effetti mi sono chiesto spesso perché l’opera lirica rendesse così poco in TV, e tanto peggio rendessero le opere drammatiche o tragiche di quelle comiche, a meno di non venire “rifilmate” apposta. C’è il fatto tecnico, che vale anche per la partita di calcio, che nelle scene d’insieme lo spettatore attento coglie appunto la totalità dell’azione, mentre in TV ne risulta qualche primo piano, qualche dettaglio, ma il complesso viene come offuscato. Però nel calcio interessa relativamente (specie per lo spettatore occasionale) da dove parta il calciatore che vediamo ricevere la palla al centro dell’area, mentre nell’opera (e nella tragedia) ha un preciso senso drammatico il fatto che stia cantando un coro e non solo un paio di persone.
Per tornare all’esempio di Otello, questi non è in effetti il vero protagonista, ma solo una pedina nelle mani del fato, e Jago è un’altra pedina di segno opposto. La TV rende invece tutti protagonisti, magari per pochi secondi, e poi via…
Ciao
Carlo
Hai ragione, caro Carlo. Resta il fatto che l’interattività offerta dal mezzo televisivo è in realtà mediata dalla natura stessa del medium. In altre parole, è una forma di interazione artificiosa, più apparente che reale, direi.
Altro discorso, di stampo più tecnico, mi pare invece la scarsa resa, in termini di fruizione televisiva, dei lavori teatrali. Il problema, del resto, si pone anche per i film, che, originariamente pensati per lo schermo cinematografico, soffrono terribilmente le limitazioni imposte dai formati televisivi. Non a caso, i telefilm e i film per la tv sono fatti per lo più di primi piani, campi medi, con inquadrature assolutamente “mirate”. Ecco perchè i fotogrammi dei film di John Ford, di Kubrick o Spielberg gridano vendetta al loro apparire in tv.
Certo, con l’avvento dei nuovi schermi da 40″ in su, la situazione potrebbe migliorare… sempre portafogli permettendo! 😉
Caro Carlo, forse non si è accorto che la TV non ha ucciso la tragedia ma ne ha già
innescato da parecchio tempo un’altra…E ancora più aderente ai temi della nostra epoca…Si dovrebbe starci un po più attenti? Soprattutto impedire che questa televisione ci addormentasse più del dovuto come pare stia facendo fregandosene più o meno completamente dei cittadini che usano il telecomando con disperazione da canale e canale, senza requie, in cerca di qualche cosa che possa svegliare o almeno
non offendere per il basso contenuto o appunto per il contenuto edulcorato, aneste
tizzante dei programmi… Ma se può essere consolante si potrebbe anche dire in questo senso, questa TV è proprio lineare, fa del suo meglio… Nel rispondere alla piattezza degli egoismi e alle tendenze indifferenti della cultura in essere. Piattezza di contenuti e contenuti contenenti dosi di tutto e di nulla. Formalismi vuoti e ripetuti, senso della spettacolarizzazione fine a se stessa, ripetizioni scialbe e prive di
senso…Piattezza e ripetitività mentre fiorenti invece sono le promozioni e le vendite e quì una scelta varia e accattivante…
Questa TV è una vera tragedia nella tragedia…E per lei?
Caro Remo,
non so, io mi limito a vederla il meno possibile,
perché fondamentalmente mi annoia.
Un caro saluto
Carlo
Ovviamente volevo dire Renzo, ho fatto un errore di battitura…
Caro carlo. se scrivi di televisione forse la vedi di più di quello che vuoi far credere…Ma tutto sommato concilia il sonno? Anche per me…ci si deve arrabattare!
Ho sbagliato a indirizzare a Carlo il mio commento e mi scuso per questo. Me ne accorgo ora… Sarà colpa della TV? Ho risposto al Sig. Pedullà scambiando il nome…
Chiedo scusa di nuovo..
Con l’avvento dei nuovi schermi che cosa migliora? Che quando si arrotola la forchet
tata di pastasciutta nell’insalatiera fantozziana di carbonara si vede meglio le mosche che volano nelle orbite dei bambini neri disidratati del profondo sud del mondo? Oppure le cannonante di qualcuno sulle case di povera gente che oltre alla casa perderà la vita? Visto che le ammanniscono senza problemi proprio a determinate ore…questa immagini ed altre.
La tragedia è questa…ed è la perdita del senso della tragedia cari signori…l’uso del mezzo televisivo nella convinzione di chi crede che agli spettatori oltre che guastargli la digestione occorra mortificarli almeno un pò nella’anima? Eccola la tragedia vera…a forza di mandarle in modo sbagliato..quelle immagini… si alimenta una difesa che poi si forma nella ripetizione… e una sorta di normalità cinica si stabilizza in chi guarda ma ciò accade anche grazie alla scarsa sensibilità professionale di chi gestisce la TV.
O mi sbaglio? La gestione della TV è ancora un problema per il basso livello etico e culturale mi sembra…Il vero problema è nella scarsa professionalità con cui viene gestito il mezzo.
Sono d’accordo con te, caro Renzo. Il vero problema è il tragico appiattimento del generale livello qualitativo della televisione: crisi di contenuti e di forme espressive, dissimulate nei triti stilemi di fiction dalle immagini edulcorate e di telegiornali soporiferi e quasi mai autorevoli.
Per dirla con una battuta alla Groucho Marx, la tv è un luminoso esempio di elettrodomestico altamente pericoloso.
Non è pericoloso…E’ come tutte le cose in mano all’uomo e c’è sempre un modo sbagliato di usarle…
DESIDERO approfondire un po MEGLIO : L a TV è pericolosa perchè la pessima qualità dei suoi programmi incide culturalmente, molto spesso in senso negativo, anche e soprattutto sui più deboli, intendendo per questi i giovani e tutti coloro che non possiedono mezzi critici e selettivi o psicologici adeguati di scelta e difesa. Poi anche come elettrodomestico ovviamente…
Non saprei.
I giovani, lo dico per esperienza diretta, vedono molto meno
la televisione rispetto agli anziani, e forse ci credono anche meno.
Semplicemente perché la TV generalista è un mezzo “vecchio”
ed in via di sparizione (questione di qualche anno…).
E gli addetti ai lavori lo sanno (basta vedere le facce e i loro atteggiamenti
da ultimi giorni di Pompei …)
MA non è un fatto di crederci o no…Chi ci crede? Però è in casa, concreta, ed in ogni luogo ed è facile accedere e ancora è una convenzione, un rapporto con il mondo… anche male sopportata certamente ma l’unica che ha momenti ancora nella solitudine di molti in una società che prepara alla solitudine… Per mè è una sorta di vero sonni
fero come per molti…per la maggior parte ancora una compagnia e i giovani oggi impressionano fortemente. Tutto questo fa sì che venga considerato uno strumento di potere da usare…Comunque, come gli altri, nella loro specificità…
Beh, io conosco parecchia gente che ci crede. Come sul discorso della sicurezza, chi l’ha creato se non la TV? C’erano molti più delitti nell’immediato dopoguerra o negli anni ’70, vedendo le statistiche, ma non c’era questa TV.
Interessante considerazione, carissimo Carlo, quella che accenni – sul rapporto tra il numero dei crimini commessi in passato e l’attenzione rivolta dalla TV alla cronaca nera attuale.
È un discorso che ci porterebbe lontani, però, sulla strada impervia, e forse giò fin troppo battuta, della cosiddetta “TV del dolore” dei vari Vespa, Mentana, etc…
Caro Carlo il discorso sulla sicurezza non è stato “creato” dalla TV…Ma dalla necessità della gente che vive in città e soprattutto in parti della città degradate…
Dire che l’abbia creato la TV non è una ingenuità e basta…La TV non ha creato un bel nulla! veicola immagini ed informazioni e se lo facesse meglio e con più serietà sarebbe un gran bene… Per la statistica a cui accenni dovresti pensarci di più e capire meglio che non si possono fare questi raffronti seriamente!
Tanti cari saluti ragazzi!
Beh, se è di dati che vogliamo parlare nel 1990 ci sono stati 1695 omicidi in Italia, e nel 2005 601, con un calo del 70% circa(fonte Eurispes).
Comunque ognuno ha la sua opinione, ovviamente
Evviva! sono in calo gli omicidi? Purtroppo le morti sono aumentate su tutto il fronte e se prendi così seriamente queste statistiche ..allora dovrai capire il territorioa cui si riferiscono e vedere come è distribuita le percentule eecc… ecc… Le ragioni sociali e le circostanze sociali e culturali…Se vai a contare i morti di napoli per faide e altro non vuole dire che in Campania…Insomma le statistiche sono nella maggior parte dei casi una bella balla e se non sono molto dedotte e con metodi selettivi…ma anche così… servono a poco … e codesta, con il massimo rispetto nauralmente, mi pare proprio da capire bene come è formata…Ma certamente se il crimine si è differenziato rispettoa oggi…i dati vanno commisurati rispetto al danno sociale sull’uomo e sulla vita per dire che la tv ….