La piena è passata, e così pure la paura per le zone più a rischio della mia città.
Stamani c’era anche un bel sole.
Qualche istantanea, scattata in tarda mattinata.
il blog di luigi milani
La piena è passata, e così pure la paura per le zone più a rischio della mia città.
Stamani c’era anche un bel sole.
Qualche istantanea, scattata in tarda mattinata.
Gli U2 hanno realizzato la cover di un brano natalizio del mitico Greg Lake, I believe in father Christmas della metà degli anni ’70.
Si tratta di un’iniziativa per sostenere il progetto (Red)Wire, store musicale on line benefico creato allo scopo di aiutare le popolazioni dell’Africa malate di Aids.
Yoko Ono invita chiunque lo voglia a condividere i propri ricordi di John.
Scrive Umberto Galimberti su D La Repubblica delle Donne
Se per la densità, la tortuosità, la sinuosità, l’ineffabilità del nostro sentimento trovassimo la parola giusta, questa lo racchiuderebbe come una lapide sigilla una tomba. È infatti nella natura del sentimento non lasciarsi esaurire dalle parole che lo nominano e, grazie all’insufficienza espressiva delle parole, il sentimento può lasciar trasparire quello che è suo proprio: l’inesprimibile. Il sentimento, infatti, vive proprio nel non riuscire mai a dirsi completamente, quindi nel suo custodirsi come riserva sorgiva di un’ulteriorità di significazioni, esattamente come la parola poetica che non nomina mai “questo” o “quello”, se non per alludere a un’eccedenza di senso a cui nessuna parola propriamente corrisponde. Per questo ogni parola dettata dal sentimento è orlata dal silenzio, dove risuona tutto il senso che la parola enunciata non riesce a dire. Ma chi vive il silenzio come una riserva di senso? Chi va alla ricerca del suo risuonare? Chi si pone sulla soglia del non-detto, che non è il taciuto, ma ciò che nessuna parola riesce propriamente a dire? Nessuno. Perché la nostra cultura, che è una cultura dell’inflazione delle parole, ama l’esplicitazione totale, l’enunciazione chiara, la significazione definita, e, temendo tutto ciò che sfugge al controllo, guarda con sospetto ciò che si sottrae alla verbalizzazione, come per esempio l’insondabilità del silenzio, l’impenetrabilità del segreto, e in generale tutti quei recessi dove la profondità del senso non si espone, non si esplicita, ma si custodisce. L’insufficienza del linguaggio non è semplice povertà linguistica, ma segno che l’orizzonte del sentimento è molto più ampio dell’orizzonte della parola. E proprio là dove la parola manca, siamo nelle prossimità di un evento sentimentale non ancora usurato dal linguaggio o non ancora raggiunto nella sua abissalità. Ma chi ama gli abissi del sentimento che non si lasciano esprimere nei modi di dire? Chi, senza terrore, sa porsi in ascolto di ciò che non giunge alla parola e, proprio perché non si lascia codificare dal linguaggio abituale, è l’assolutamente nuovo che turba la quiete? Noi, che diciamo di amare le novità, in realtà ci teniamo assolutamente lontani dall’insolito, dall’inusuale, dall’imprevisto, che sono i tratti con cui il nuovo si annuncia e, nel suo annunciarsi, inquieta. E allora bisogna essere forti per abitare i bordi del linguaggio, le sue insufficienze, le sue inesprimibilità che sono costitutive del sentimento, come ci ricorda Platone là dove scrive: “Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’uno dall’altro. Non si può certo credere che solo per il commercio dei piaceri carnali essi provano una passione così ardente a essere insieme. È allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, e per ciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio.
Thaïs: ancora colpa ed espiazione per le donne?
Nel 2008?
Dopo tanti anni, ieri sono andata all’opera: Regio di Torino, a sentire Thais di Massenet. Una volta dentro il bellissimo spazio disegnato da Carlo Molino, mi sono ricordata perché non vado più all’opera da anni, dai tempi della Scala: perché il fasto raramente meritava la rappresentazione che solo pochi conoscitori dalle ultime file delle gallerie potevano giudicare.
Continua a leggere “Donna non è bello”
Condoleeza Rice:
So che Hillary Clinton porterà grande energia, intelligenza e competenza in questo posto… Io e lei condividiamo un amore profondo per gli Stati Uniti. Le voglio molto bene, lei ha lavorato duramente per questo Paese.
L’America è davvero lontana, ahinoi…
Il team che il neo presidente Obama sta allestendo è una continua sorpresa, dalla conferma di Robert M. Gates come segretario alla Difesa (un’altra bella lezione per i nostri governanti, arroccati come sono a difendere squallidamente i propri fortini elettorali), alla nomina della ex rivale di partito Hillary Clinton, e del Gen. James L. Jones, ex comandante NATO, nel ruolo di national security adviser.
Tutti personaggi che tra l’altro non sono esattamente delle colombe, ma che molti considerano già la punta di diamante dello staff del presidente.