Perchè il “Caso Vendola” deve diventare una questione nazionale

Sinistra Ecologia e Libertà pronta a correre da sola anche nel Lazio
di Luigi Nieri (Sinistra Ecologia e Libertà)
Ci vuole coraggio. Solo se si ha coraggio si può far diventare la vicenda pugliese una questione nazionale della sinistra italiana. In questi mesi abbiamo accumulato paure di vario genere che ci hanno posto in una rischiosa condizione di subalternità al Pd. Due mesi fa dovevamo raccontare a squarciagola all’elettorato democratico e di sinistra che quelli del Pd stavano facendo giochi sporchi per far fuori Nichi Vendola.
Il Pd di Bersani vuole farlo fuori, diciamocelo, perché all’Udc non piace un governatore di sinistra, che si oppone alla privatizzazione dell’acqua, che estende il welfare alle coppie non sposate, che è dichiaratamente omosessuale. Un governatore che ha cacciato il suo vicepresidente dalemiano perché sfiorato dall’inchiesta Tarantini-D’Addario. Oggi siamo in drammatico ritardo, ma ancora in tempo per trasformare la questione barese in questione romana e italiana. Siamo ancora in tempo per un coraggioso sussulto di orgoglio. Nessuno a sinistra ha messo steccati invalicabili all’allargamento dell’alleanza con i centristi di Casini ma è inaccettabile essere sostituiti con l’Udc. Perché è una sostituzione che mira ad annientarci. E’ qualcosa che va oltre “l’autosufficienza e il corro da solo” di Veltroni.
Ci sono alcuni temi che non possono essere azzerati in virtù di alleanze tattiche con forze moderate: la questione energetica e il no al nucleare, la gestione pubblica dei servizi locali e della sanità, il welfare universale a prescindere dall’etnia, il sesso o l’orientamento sessuale.
Per questo far fuori Vendola equivale a far fuori la sinistra intera. Non sarebbe un divorzio consensuale come ne 2008 ma una separazione cruenta nei modi e nei contenuti. Non dovremmo, noi di sinistra, aver paura di urlare al Pd che così facendo perde un pezzo di coalizione. Ugualmente dovremmo essere capaci di spiegare agli elettori progressisti che sono i democratici a costringerci ad andare da soli, non solo a Bari ma in tutta Italia.

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Addio ad Eric Woolfson

C’è una notizia che è passata abbastanza inosservata nei giorni scorsi.
Eppure.
Eppure si trattava della scomparsa di Eric Woolfson, autore dei testi, delle musiche, tastierista e vocalist per Alan Parsons Project. Compositore raffinato e colto, gentleman d’altri tempi, ho avuto l’onore di intervistarlo lo scorso anno. In quell’occasione, Eric mi rivelò molte notizie interessanti e anche curiosi aneddoti sulla sua lunga e onorata carriera.
Quanti sono a conoscenza, ad esempio, del fatto che Eric Woolfson rischiò di divenire membro dei mitici Led Zeppelin?

Premio Letterario Fantastique

Il comitato organizzatore del I FANTASY HORROR AWARD, ideato dalla società di produzione FunFactory e dall’Associazione Culturale Art Maco Ballet, promosso da Chello Zone (canale 132 di Sky: Fantasy) e con il patrocinio del Comune di Orvieto, bandisce il Premio Letterario Fantastique, per racconti inediti.

La partecipazione è aperta a elaborati genere horror, fantastico o fantascienza e di lunghezza non inferiore a 6.000 caratteri e non superiore a 30.000, spazi compresi.
In palio, per il primo classificato, la pubblicazione in antologia, al fianco di autori affermati, e altri premi per i primi dieci finalisti.

Il vincitore sarà premiato nel corso del primo Fantasy Horror Award, la kermesse internazionale di cinema e letteratura del Fantastico che si terrà a Orvieto dal 19 al 21 marzo 2010.
Tutti i partecipanti che invieranno l’elaborato entro il 10 gennaio avranno accesso al festival come operatore e potranno assistere agli eventi in programma.
Le iscrizioni chiuderanno il 20 febbraio 2010.

Per ulteriori informazioni si legga con attenzione il bando, disponibile sulla pagina ufficiale del concorso >>


A proposito di scrittura e traduzione…

[…] Tradurre comporta sempre una grossa responsabilità, dal momento che non ci si può certo limitare a una traduzione pedissequa per puro ossequio alla lettera del testo, col risultato paradossale di svilire o peggio, come pure accade, travisare il pensiero dell’autore. Al contrario, è necessario un lavoro di adattamento, che pur cercando di mantenere la massima aderenza alla struttura e alla forma originarie, possa rendere il testo il più comprensibile e fruibile possibile.

(via GraphoMania – segue)

Varato il 1° FANTASY HORROR AWARD

Fantasy (canale Sky 132) presenta il 1° FANTASY HORROR AWARD, 19-20-21 Marzo 2010, Orvieto.

Fantasy è lieto di annunciare la nascita dell’evento imperdibile del 2010 per tutti gli amanti dei generi fantastici: il Fantasy Horror Award!

La kermesse si terrà a Orvieto, nella prestigiosa cornice del Teatro Mancinelli e in altre sedi della meravigliosa cittadina umbra.

Il Fantasy Horror Award sarà un festival che spazierà a 360 gradi nel mondo del fantasy e dell’horror. Sarà una vera festa di cinema, serie TV, fumetti, musica, giochi, letteratura. Sedici premi – rappresentati da altrettante raffinate statuette – verranno assegnati a importanti registi, attori, artisti effetti speciali, produttori, fumettisti, scrittori, editori e sceneggiatori internazionali.

La programmazione sarà completata da numerosi eventi speciali (per bimbi, adolescenti e adulti). Premiazioni, mostre, dibattiti, anteprime cinematografiche e noti personaggi di film e cartoon a disposizione del pubblico che vorrà intervenire alla manifestazione di Orvieto. Un evento per tutti e aperto a tutti.

Il festival ha già iniziato le sue attività con il Premio Letterario “Fantastique”, una grande gara letteraria aperta a tutti gli autori di racconti di genere fantasy, Sci Fi e horror; e il premio Fantastic Land, dedicato ai fumetti, in collaborazione Star Comics. Entrambi i premi porteranno alla pubblicazione dei vincitori.

Un grande festival realizzato da Fantasy e dal Comune di Orvieto in collaborazione con Fun Factory Entertainment e con l’associazione Art Maco Ballet

Dario Maria Gulli – Art director
Dario Gulli è da anni uno dei protagonisti italiani più eclettici e attivi nel mondo dell’horror e del fantastico, e non solo.

È uno degli sceneggiatori del maestro del cinema horror Brian Yuzna. Oltre ad aver scritto film, serie TV (tra cui cartoni animati per Rai/Crayons, come Tip&Dooley), saggi e manuali tecnici, fumetti (fra questi Wall after Wall, con i disegni di Alberto Ponticelli, pubblicato in 12 nazioni e trasportata in musica dal gruppo rock Sweeper; e Hollywood Noir, con con Dick Giordano e Joe Rubinstein), ha anche scritto e diretto un lungometraggio (Kairos&Kronos) e numerosi corti, nonché curato la regia di moltissimi videoclip per Sony, BMG, Tutumpà, e tante altre compagnie in Italia e all’estero.
Gulli da anni fornisce la propria consulenza come script doctor a importanti società cinematografiche americane e a diversi network. Attualmente, ha finito di scrivere il film The Dumb per One More; con Brian Yuzna sta sceneggiando due nuovi film (fra questi il prossimo The Censor) e codirigendo una serie TV per la cable americana. Gulli ha anche diretto varie riviste da edicola e fumetteria, lavora come editor per la Star Comics (per la quale ha curato e cura diverse serie italiane di successo) e cura numerose pubblicazioni letterarie horror per editori italiani (tra cui Gargoyle Books) e stranieri. Gremese Editore ha pubblicato i suoi manuali: Scrivere horror(applicato come testo in diverse università), Regia e inquadrature, e sta per uscire Scrivere una sitcom.
Per Funfactory Entertainment, Gulli ha appena concluso le riprese di una nuova serie TV, alla quale ha partecipato anche Sergio Stivaletti (la serie è destinata al mercato internazionale e il prossimo anno verrà distribuita in Italia) e il documentario Parental Advisory, i limiti del visibile nel cinema horror (che vede la partecipazione di Paolo De Crescenzo, Antonio Tentori, Gianfranco De Turris, Sergio Stivaletti, Gabriele Albanesi, e varie altre figure di spicco del panorama horror italiano).

A marzo 2010, Gargoyle Books pubblicherà il suo romanzo Prima del buio.

Per tutte le informazioni sull’evento è già attivo un sito web all’indirizzo:

www.fantasyhorroraward.com

De Sanctis e l’università

di Carlo Santulli

Il “problema dell’università” non è un’invenzione recente: l’Italia appena unita nel 1861 si trovava nella medesima difficoltà, insieme alla quale era sentita la necessità di un’epurazione politica di professori compromessi col “passato regime” ed in generale un’elevazione degli standard professionali e didattici (sempre il vecchio problema della meritocrazia).
Al centro di questo processo di rinnovamento, a Napoli, o per meglio dire nell’Ateneo Partenopeo, erano un gruppo di uomini di cultura e d’azione di cui ancora oggi si ricordano i nomi, i fratelli Spaventa, Ruggero Bonghi, Luigi Settembrini, e naturalmente, un po’ sullo sfondo, ma del tutto presenti nella vita pratica dell’università coi loro provvedimenti legislativi di carattere nazionale, quei Casati e Coppino che si occuparono di mettere un minimo di ordine nei sistemi di istruzione dei diversi stati che venivano a costituire il Regno d’Italia.
L’università di Napoli ha origini antichissime, nasce nel 1224 sotto quel Federico II di Svevia di cui oggi prende il nome. Prima dell’unità d’Italia, gli ultimi re delle Due Sicilie, Ferdinando II e Francesco II, avevano privilegiato alcune facoltà, come medicina, a scapito di altre, come giurisprudenza, e malgrado, sull’esempio francese ed anche su un modello diffuso in altri stati italiani (persino nella Roma pontificia) avessero dato un impulso anche alla formazione di un istituto tecnico, del genere di quell’Ecole des Ponts et Chaussées, scuola del genio civile attiva oltralpe dal 1747, erano sostanzialmente su un modello di università regionale, al massimo pluriregionale.
Anche perché, diciamocelo, c’erano delle difficoltà pratiche: per esempio, sotto i Borboni gli studenti delle province interne non avevano diritto di studiare a Napoli, necessitavano di visto, che poteva essere revocato a piacimento. Due iscrizioni secentesche, visibili credo ancor oggi al Museo di San Martino e originariamente site in via Pisanelli, vietavano di affittare case in quel rione a “corteggiane, studenti et altre persone disoneste (sic)”. E, come per le prostitute, la polizia poteva estradare gli studenti avellinesi, calabresi, lucani, ecc., col foglio di via.
Quindi, la “libertà” portò insieme ai Garibaldini, anche un boom di iscrizioni all’università di Napoli (oltre 9000 studenti, che per allora era una cifra enorme) e…la chiusura delle facoltà di teologia, che d’altronde interessava più a pochi, “sparito l’oggetto sparita la filosofia” commentava qualche filosofo ateo.
Francesco De Sanctis, proprio lui, lo studioso di letteratura e acuto critico di Dante, Petrarca e giù fino ai suoi contemporanei, chiamato alla pubblica istruzione il 27 settembre 1860 da re Francesco II, prese effettivamente il governo della scuola e dell’università soltanto il 21 ottobre dello stesso anno, quando fu decisa l’annessione plebiscitaria del Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna. In mezzo, c’era stata la battaglia del Volturno (1° ottobre), e tra pochi giorni, con l’incontro di Teano, Garibaldi fu decisamente dissuaso dal proseguire la sua marcia su Roma.
Ebbene, in circa tre settimane, fino al 9 novembre, De Sanctis nominò nuovi professori, istituì una scuola magistrale e vari licei, ed in generale impostò una riforma, che fu l’inizio di una certa modernizzazione dell’università, per cui, nel giro di un breve volgere di mesi, una gran massa di studenti si riversò su Napoli.
Certo, rimanevano dei problemi: la maggior parte degli studenti voleva le “tesi d’esame” (in pratica le domande) piuttosto che seguire le lezioni, c’erano turbolenze, anche sobillate da agitatori sia liberali sia simpatizzanti borbonici, e per esempio la facoltà di lettere restò per vari anni più o meno deserta, a favore di medicina, giurisprudenza e persino della facoltà di scienze. Però tutti dovevano frequentare un corso di letteratura e filosofia, nei primi anni dopo l’unità, se volevano laurearsi, anche gli studenti delle facoltà scientifiche (quando penso a certe tesi che mi capita di leggere oggi, non so se non sarebbe una buona idea, al di là della letteratura, un corso che insegni a scrivere…).
Questa bella storia, molto più complessa di come la faccio io, ma estremamente divertente, per chi ama la storia, è in un libro di Luigi Russo, che ebbe la prima edizione nel 1928 presso Laterza (anche se i primi appunti risalgono al 1924, VII centenario dell’Università di Napoli) “Francesco De Sanctis e la cultura napoletana” (l’edizione che ho io uscì presso Editori Riuniti nel 1983), e ci sono personaggi e situazioni impareggiabili: Annibale De Gasparis, celebre astronomo che dedica un asteroide ai sovrani borbonici, Igea borbonica, e perciò viene risparmiato dalle persecuzioni, pur essendo liberale; le polemiche pro e contro Hegel, pro e contro la storia della letteratura italiana di Settembrini e quella della filosofia di Pasquale Villari, la diffidenza carducciana contro lo stesso De Sanctis, per cui il poeta arriva a tirar giù dal loro ideale trono Paolo e Francesca del canto V dell’Inferno.
Ed è chiaro che molta università ottocentesca ce la siamo portata dietro fino a ieri, con la divisione in cattedre (che non esiste più in teoria, ma ancora in pratica), con certe dissertazioni improvvisate e frettolose, con lo studiare per l’esame, invece che per la vita.
Con qualche differenza: quel senso civico che faceva dire a Francesco De Sanctis “Io voglio fare dell’università di Napoli la prima università d’Europa” e più in generale “la coltura illumina l’avvenire, e fissa il significato di certe idee direttive, e crea la fede in quelle, e l’ardire a recarle ad effetto. Onde nasce la restaurazione della forza morale e del carattere nazionale”, non privo di momenti di scoramento, come quando scrive, nel 1877, “Che sarà dell’Italia, quando la nuova generazione entri in politica con questa persuasione che non si può essere insieme un uomo politico e un uomo onesto?”, ma anche con un suo tutto risorgimentale, anche se realistico, orgoglio: “Quando viviamo in un’epoca, dove tutto si distrugge, poco o niente si edifica, la fede nella patria e la fede nella solidarietà umana, la fede in qualche cosa, che non sia solamente il nostro miserabile egoismo, questa fede io la credo necessaria e salutare per il mio paese”.
Questa fede umana (altri direbbero “spirito di servizio”) di cui abbiamo molto bisogno ancora oggi, insieme ad idee e direzioni chiare, come osserva anche Luigi Russo, parlando di riforma universitaria: “Un’università la si riforma, come si riforma ogni scuola, se c’è una cultura, un indirizzo scientifico nuovo, e generalmente spirituale, da far valere: altrimenti si tratta di quelle riforme cartacee, che i ministri impiantano per prolungare la loro permanenza al potere”. E sono parole che, secondo me, dicono tutto di quel che stiamo vivendo.

12 dicembre 1969: strage di Piazza Fontana

Sabato 12 dicembre, alle ore 11, presso lo Spazio MilanoNera:

per non dimenticare Piazza Fontana:

Simone Sarasso, Alan D. Altieri, Valeria Palumbo, Antonella Beccaria, Simona Mammano, Adele Marini e Angelo Marenzana.

Sette voci per raccontare e ricordare la strage del 12 dicembre di quarant’anni fa.

Letture di Sergio Scorzillo e Valeria Palumbo.

Miti, leggende e folclore italiani, tra romanzo e realtà: ad Asso, 11 dicembre, ore 21

Un appuntamento davvero imperdibile nella suggestiva cornice di Asso, nel cuore del Triangolo Lariano.

Per l’11 dicembre alle ore 21, presso la Biblioteca Comunale Ivano Ferrarini in Piazza Mazzini, segnalo un incontro molto interessante – sotto il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Asso – con il romanziere Riccardo Coltri e il saggista Dario Spada, dal titolo Miti, leggende e folclore italiani, tra romanzo e realtà.

Si discuterà in compagnia dei due autorevoli scrittori, ampiamente e in maniera approfondita, di leggende, creature mitiche, tradizioni magiche della nostra terra, dalle Alpi al Mediterraneo; cercando di scorgere dove stia il sempre estremamente labile confine tra realtà e fantasia.

A moderare l’incontro sarà Daniele Bonfanti. E sarà l’occasione perfetta per presentare, in prima nazionale, il nuovo affascinante romanzo di Riccardo Coltri, La corsa selvatica, uscito il 21 novembre nella nostra collana Eclissi.

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