Solo il mare intorno recensito da Giuseppe Iannozzi

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Giuseppe Iannozzi

Col consueto acume introspettivo, alla ricerca certosina di connessioni, rimandi e suggestioni affioranti dalle onde in tempesta – pardon, dalle pagine, non meno tempestose – di un libro scritto da un affiatato trio di scrittori, Giuseppe Iannozzi (giornalista, critico letterario, scrittore e poeta raffinato, ma soprattutto, come amo definirlo io, vulcanico agitatore culturale) ha recensito Solo il mare intorno.

E nel farlo ha evocato nomi illustri, di quelli che fanno impallidire, da P. K. Dick H.P. Lovecraft: speriamo che non se ne abbiano a male i tanti estimatori di questi due giganti della letteratura, al cui cospetto m’inchino, preso da irrefrenabile metus reverentialis.

Agli autori di Solo il mare intorno, ormai spiaggiati, non rimane che ringraziare, in preda a profonda commozione (cerebrale, secondo qualcuno…).

Solo il mare intorno cover

Pier Luigi Nervi. Architetture per lo sport

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Volete sfuggire alla calura opprimente della Capitale e allo stesso tempo approfondire la vostra conoscenza di un vero e proprio genio dell’architettura moderna (in realtà era un ingegnere “prestato” all’architettura, ma non sottilizziamo, dai)?

Potreste andare a visitare la mostra Pier Luigi Nervi. Architetture per lo sport, al Maxxi di Roma fino al 2 ottobre 2016. Se volete farvene un’idea, leggete il resoconto della nostra visita qui. Un’avvertenza: non andate vestiti troppo leggeri, l’aria condizionata soffia impetuosa e… gelida!

Paul Simon, quando l’età non conta

Paul Simon – sì, proprio lui, l’altra metà del celeberrimo duo Simon & Garfunkel – ha pubblicato un nuovo disco. Stranger to Stranger, questo il titolo dell’album, è un lavoro splendido, all’insegna della sperimentazione sonora, ma anche del divertimento e della passione, profusi a piene mani dall’artista che si accinge a compiere la bellezza di settantacinque anni.

Ce ne fossero, di “giovani vecchi” come lui, in questi tempi di musica finta e di pseudo artisti allevati in batteria nei vari, inguardabili (e oltretutto inutili anche per l’asfittica industria discografica) “talent show”.

Potete leggere la recensione di Stranger to Stranger qui.

Stranger to Stranger, Paul Simon

E così, a 5 anni di distanza dal precedente album So beautiful or so what, Paul Simon, vera e propria leggenda del pop folk, è tornato all’inizio di questo bizzoso giugno con un nuovo disco, Stranger to Stranger.

Tanti sono gli anni che ha impiegato per realizzare un disco che sprizza energia, passione, divertimento e soprattutto tanta qualità. Non è poco, alla verde età di settanquattro anni. Basta ascoltare il brano che dà il titolo all’album, Stranger to Stranger, una ballata raffinata e di grande eleganza, che conferma certe interessanti somiglianze con Sting (non a caso i due di recente hanno fatto un tour assieme).

Se pure Stranger to strange si rivelasse come l’ultimo album della luminosa carriera di Simon, potremmo osservare che l’artista avrebbe davvero chiuso in bellezza. Sì, perché questo è a mio parere il suo disco più bello dopo Graceland: un lavoro all’insegna del suono – con gli strumenti inventati da Harry Partch (il Chromelodeon e la Marimba Eroicae, per esempio – e della ricerca musicale con le amatissime contaminazioni tra World music, pop, folk e sonorità elettroniche.

Il risultato, strepitoso e di grande sostanza, è raggiunto grazie anche al contributo di produttori e arrangiatori d’avanguardia come Roy Halee e Nico Muhly e  e di una pletora di musicisti del calibro di Jack DeJohnette e Bobby McFerrin.

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