
Lo scorso 9 settembre è uscito Ultime conversazioni, libro-intervista di Peter Seewald con il Papa Emerito Benedetto XVI, Joseph Ratzinger.
Seewald conosce bene Ratzinger, avendo già curato i volumi Sale della terra (1996), Dio e il mondo (2000) e Luce del mondo (2010). Il giornalista ricostruisce assieme a Ratzinger, con grande – forse anche troppa, diciamocelo – dovizia di particolari le varie fasi della vita del Pontefice.
Veniamo così a conoscere nel dettaglio l’infanzia non facile durante il nazismo, l’approssimarsi della vocazione, gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale, l’attività in Vaticano fino all’elezione a Papa.
Colpiscono molto la grande franchezza e sincerità, a tratti persino disarmante, delle risposte concesse dal Pontefice. Ne risulta confermata l’immagine di un uomo umile e pacato, ma anche dello studioso appassionato e del raffinato teologo, forse più a suo agio con gli studi e la dottrina che non con il gravoso governo della Chiesa.
Devo ammettere però che non tutto convince in questo libro. Infatti, se da un lato è apprezzabile l’approccio diretto, volto a indagare retroscena e stati d’animo, spesso le domande scivolano quasi nel gossip, quando ad esempio indagano sulla data di nozze dei genitori o sullo status di figlia naturale della madre di Ratzinger.
Non solo. La ricostruzione puntigliosa della carriera didattico-accademica del giovane Josef non di rado sfocia nella noia. Né giova la trattazione, fin troppo approfondita, di questioni teologiche decisamente non alla portata, temo, di tutti i lettori.
Interessanti al contrario l’indagine sui giorni difficili degli scandali che impegnarono (e ancora impegnano) il Vaticano (il cosidetto Vatileaks, le “talpe”, il maggiordomo “infedele”), la piaga dei preti pedofili e la puntuale ricostruzione del difficile e storico momento delle dimissioni. Senza tacere neppure i non facili rapporti con certe frange della Chiesa, in dissidio più o meno aperto con Benedetto XVI.
Il libro può ben essere considerato una sorta di testamento spirituale, dal momento che il Papa emerito rivela di essersi ormai preparato a compiere l’ultimo viaggio:
Bisogna prepararsi alla morte. Non nel senso di compiere certi atti, ma di vivere preparandosi a superare l’ultimo esame di fronte a Dio. Ad abbandonare questo mondo e trovarsi davanti a Lui e ai santi, agli amici e ai nemici. A, diciamo, accettare la finitezza di questa vita e mettersi in cammino per giungere al cospetto di Dio
Allo stesso tempo, su un piano più ampio, volgendo lo sguardo alla sua Chiesa oggi tanto in difficoltà, esorta la stessa al cambiamento:
(…) La scristianizzazione dell’Europa progredisce, l’elemento cristiano scompare sempre più dal tessuto della società. Di conseguenza la Chiesa deve trovare una nuova forma di presenza, deve cambiare il suo modo di presentarsi.
In conclusione, pur non essendo una biografia, Ultime conversazioni è un libro importante, utile a scandagliare a fondo l’immagine di un Papa spesso frainteso o considerato a torto fragile o poco innovatore.