Nel lontano 1977, da Beatlemaniaco di stretta osservanza (lo sono tuttora) acquistai l’LP The Beatles at the Hollywood Bowl. L’uscita del disco, ben orchestrata dalla stampa specializzata – Internet era ancora di là da venire – rappresentò un vero e proprio evento nella storia della discografia “postuma” dei Beatles, dal momento che si trattava del primo album dal vivo ufficiale (bootleg a parte, ovviamente) dei mitici Fab Four.
Ma quel disco era importante più per la sua rilevanza storica, come documento sonoro di un periodo irripetibile, che non per la sua reale qualità: le registrazioni originali avevano catturato solo in parte le voci e la musica dei 4 ragazzi di Liverpool. A farla da padrone era più che altro il chiasso colossale generato dalla folla in delirio.
Pochi mesi fa, in occasione della presentazione di The Beatles: Eight days a week – The touring years, lo splendido docu-film di Ron Howard, l’album è stato ripubblicato in una nuova versione arricchita anche da alcuni brani prima assenti.
Al di là del marketing, questa nuova edizione rende finalmente giustizia a quei concerti: il CD oggi vanta infatti un suono di buona qualità, lontanissimo da quello pressochè inascoltabile dell’originale disco in vinile.
E ne emerge anche con grande chiarezza il formidabile impatto sonoro della band: soprattutto l’accoppiata basso-batteria sorprende per potenza e precisione. E teniamo presente che sono ancora i Beatles del periodo pre psichedelico, prima di Revolver e di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band per intenderci…