Esiste un bizzarro scollamento dalla realtà da parte del mondo del cinema e del libro. Da un lato ci si compiace infatti dell’indubbio successo di pubblico ottenuto ad esempio dal Salone del Libro, da poco concluso in un tripudio di applausi e pacche sulle spalle. Dall’altro, al Festival di Cannes, e in misura minore al David di Donatello, si ostenta una grandeur d’altri tempi, sia pure incrinata in parte dagli ineludibili timori di attacchi terroristici.
Ma nell’uno e nell’altro caso i toni trionfalistici elevati dagli organizzatori di queste rassegne sembrano voler rimuovere la realtà dei fatti. Che è preoccupante, come sa bene chi, come il sottoscritto, si ostina a frequentare librerie e sale cinematografiche.
I numeri parlano chiaro: nei primi mesi del 2017 le vendite dei libri sono scese del 7,3% nel circuito delle librerie indipendenti e addirittura del 20,3% nella grande distribuzione. Si registra invece un aumento nel settore del commercio elettronico. Poca cosa però nel quadro di generale desolazione.
Sul fronte cinematografico, una delle stagioni più deludenti di sempre, quella appunto di questo disgraziatissimo 2017, volge ormai al termine. E volgono al termine anche – mi si passi il calembour un poco cinico – le sorti di tanti cinema. Le multisale sono in affanno, le piccole sale vivacchiano. Il pubblico è in fuga, anzi ormai è fuggito. E non per andare a leggere un libro.
Per approfondire
http://blog.graphe.it/2017/05/28/cinema-crisi-libro