L’ossessione del politically correct

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Vanity Fair ha rimosso da una foto di copertina già pronta l’immagine di James Franco: un clic di Photoshop e via. Operazione diffusissima ahinoi, praticata con crescente disinvoltura un po’ da tutti, grazie anche alla facilità con cui è possibile modificare anche profondamente le immagini.

Ma non è questo il punto: piuttosto, la foto di gruppo manipolata dalla celebre rivista mi ha fatto pensare subito ai continui lavorii compiuti sulle foto dei leader politici e capi di Stato narrati da George Orwell nel suo 1984.

In quel caso, certo, le alterazioni erano ordinate da un regime dispotico, ma anche oggi, nel cosiddetto mondo reale, le manipolazioni sono spesso compiute nel nome di un presunto politically correct, asservito in realtà a mere logiche commerciali. Quel clima che, obbedendo a quella logica un po’ da caccia alle streghe scaturita dallo scandalo di Harvey Weinstein, sta avvelenando gran parte del mondo dello spettacolo, non solo statunitense.

Sempre a proposito di manipolazioni, segnalo anche un’altra, non meno inquietante, tendenza, quella che porta alcuni utenti a sostituire volti celebri nei video con quelli di altri soggetti, perlopiù con intenti e risultati devastanti.

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