Al MAXXI di Roma è in corso Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein, un’importante mostra dedicata ad argomenti tanto affascinanti quanto sfuggenti: spazio-tempo, crisi, confini. Concetti chiave fra loro dipendenti e interconnessi, di fondamentale importanza per accostarsi a un percorso di comprensione del nostro universo, della cosmologia e delle leggi che governano la nostra stessa esistenza.
Nel 1917 Albert Einstein pubblicò un articolo che di fatto pose le basi della moderna cosmologia, stravolgendo i modelli di cosmo e universo immaginati fino a quel momento da scienziati e pensatori, rivoluzionando le categorie di spazio e tempo. A cent’anni da quella pubblicazione il museo MAXXI dedica un’esposizione a uno dei giganti del pensiero moderno.
Il progetto è il frutto di una inedita collaborazione del MAXXI con l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per il versante scientifico e con l’artista argentino Tomás Saraceno per quello artistica.
La mostra è composta da installazioni artistiche e scientifiche immersive affascinanti, ma direi quasi spericolate: la sala che ospita la mostra è immersa nel buio e i filmati a corredo sono spesso dotati del solo audio in lingua inglese.
Scelte indubbiamente di grande effetto, ma che rendono la fruizione faticosa, impegnativa e poco adatta ad esempio al pubblico anziano. Il legame tra arte e scienza viene dunque affermato con convinzione e orgoglio, ma il risultato non è del tutto convincente, a mio modesto avviso.
Sono presenti poi diversi reperti storici e simulazioni di esperimenti per accostarsi all’essenza delle innovazioni scientifiche introdotte da Einstein e far almeno intuire le profondità sottese all’Universo conosciuto.
02 dicembre 2017 – 06 maggio 2018
Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein
Galleria 4
a cura di Luigia Lonardelli, Vincenzo Napolano, Andrea Zanini
consulenza scientifica: Giovanni Amelino-Camelia
La chiusura della mostra è stata prorogata al 6 maggio 2018