Nell’illusione di trovare refrigerio già nel titolo del libro, ho recuperato un volume di Paul Auster che mi era sfuggito: Diario d’inverno.
Battute a parte, si tratta di un’opera notevole: diario autobiografico sui generis, improntato alla descrizione di una fisicità che volge al tramonto, merita senz’altro di essere letto anche da chi non conosce il grande scrittore.
Ho sempre paragonato l’eleganza e la scorrevolezza della scrittura di Auster alle canzoni di Frank Sinatra, e anche Diario d’inverno, specie in alcune parti più intimiste, non si smentisce. Ne parlo più diffusamente sul blog magazine Graphomania.