Fin dai primi anni ’90 Amélie Nothomb pubblica, con implacabile puntualità, un romanzo (breve, d’accordo, ma pur sempre un romanzo) all’anno. E lo fa quasi sempre con invidiabile successo, nonostante l’evidente stato di affanno in cui versa l’editoria.
Il suo libro d’esordio è stato Igiene dell’assassino, un’opera interessante, anche se forse a tratti ancora un poco acerba. Contiene però in nuce alcune delle principali caratteristiche che ritroveremo anche nel resto della produzione successiva dell’autrice.
Per chi volesse approfondire, se ne parla qui.