Zagor Le Origini n. 1: non il solito reboot

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È da poco approdato in edicola il n. 1 di una miniserie in 6 albi dal titolo programmatico Zagor – Le Origini. L’editore è ovviamente Bonelli, che pubblica da sempre le avventure di Zagor.

Soggetto e sceneggiatura sono opera di un nome che è una garanzia assoluta, Moreno Burattini. Quest’ultimo, da quando ha preso in mano le redini della creatura creata nel lontanissimo 1961 da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, è divenuto per lo Spirito della Scure un po’ il Chris Claremont o, se preferite, il Roger Stern della migliore Marvel: autori innamorati di personaggi creati da altri scrittori – per Stern e Claremont i “soliti” Stan Lee e Jack Kirby, e nel caso di Burattini, il “patron” Bonelli – che hanno saputo infondere nuova linfa a serie storiche, adattandole ai tempi mutati, pur restando nel solco della tradizione.

Facile a dirsi, difficilissimo a farsi, a meno di non cadere nel già detto, anzi raccontato da chi li ha preceduti. Nel caso specifico della miniserie ideata da Moreno Burattini posso senz’altro affermare che l’impresa è riuscita in pieno: le sessanta pagine dell’albo scorrono via in un crescendo di tensione e rapimento per il lettore, che rimane catturato da un “reboot” che davvero aggiunge qualcosa di nuovo alle origini, del resto in parte fumose, del mitico Zagor.

L’approccio narrativo è modernissimo, il pathos è alto e la scansione delle tavole è rapida, non tradizionale. Non meno riusciti i disegni di Valerio Piccioni, le chine di Maurizio di Vincenzo e i colori – strepitosi – di Andrea Mossa, che creano atmosfere suggestive, in linea con la storia e l’ambientazione. La copertina, di grande effetto, è di Michele Rubini.

Insomma, non credo di esagerare affermando che Zagor Le origini è un lavoro superlativo.

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