“Aprile è il più crudele di tutti i mesi” declamava il T.S. Eliot nel poemetto La Terra Desolata.
Eppure, più prosaicamente, anche questo mese di luglio 2019 si è rivelato particolarmente spietato, quasi feroce nell’assecondare la triste opera della Nera Mietitrice. Sotto la sua falce acuminata è caduta una fitta schiera di personaggi importanti del mondo dell’arte e della cultura.
Ricordo i nomi del sommo regista Franco Zeffirelli, dell’incantevole e bravissima Ilaria Occhini, dell’eclettico e geniale Ugo Gregoretti, del papà di Montalbano Andrea Camilleri, di Luciano “Bellavista” De Crescenzo, del forse meno conosciuto al grande pubblico, ma non per questo meno decisivo per il mondo della musica e della televisione, Paolo Giaccio (autentico innovatore, creatore tra l’altro di trasmissioni culto come Per Voi Giovani, Odeon e Mr. Fantasy con il bianco vestito Carlo Massarini), di George Hilton, volto iconico dello spaghetti western, dello scatenato, simpaticissimo Raffaele Pisu, comico e attore di razza, e infine dell’indimenticabile Rutger Hauer, attore il cui volto rimane impresso nell’immaginario collettivo di più generazioni grazie allo struggente monologo pronunciato nel film capolavoro di Ridley Scott Blade Runner.
Come non trovarsi a riflettere, una volta di più, sulla fragilità della natura umana, sulla ineludibile provvisorietà della nostra esistenza? Lasceremo qualche traccia del nostro passaggio, oltre al rumore elettronico degli inutili social?
Chissà. Forse continueremo a vivere nel ricordo di chi ci avrà amato. Poi anche questo si perderà, come lacrime nella pioggia.