Ottant’anni fa, il 1° settembre 1939, Adolf Hitler dava il via all’invasione della Polonia, poco dopo aver stipulato il famigerato trattato di non aggressione con la Russia, il patto Molotov-Ribbentrop.
D’altro canto la reazione di Gran Bretagna e Francia fu lenta, e questo permise a Hitler la successiva, facile annessione dell’Austria e lo smembramento della Cecoslovacchia.
Il bilancio finale della Seconda Guerra Mondiale sarebbe stato devastante: 30 milioni di civili e più di 20 milioni di soldati morti.
Oggi assistiamo, è inutile negarlo o far finta di niente, a intollerabili rigurgiti di razzismo, intolleranza e violenza, a campagne d’odio contro minoranze etniche e religiose promosse anche da politici e personaggi più o meno famosi.
Ecco perché, mai come in questi anni tormentati e dalla memoria fin troppo volatile, è assolutamente necessario ricordare gli errori, anzi gli orrori, del passato.
Un passato che non può e non deve trasformarsi nel nostro presente o nel nostro futuro.