
Quello dell’artista maledetto non è solo un luogo comune. E non è questione solo di “vita spericolata” o “alla Steve Steve McQueen”, per citare Vasco Rossi. Una sensibilità esasperata, accoppiata magari anche a una certa, innata fragilità di fondo, può assurgere infatti a caratteristica essenziale della condizione dell’artista.
E da lì all’autodistruzione talvolta, anzi troppo spesso, il passo è breve: pensiamo alle vite, brevi ma proprio per questo destinate all’eterna giovinezza e a una sorta d’immortalità, di personaggi come James Dean, Elvis Presley, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Amy Winehouse, Kurt Cobain, o l’indimenticabile Re Lucertola Jim Morrison (nel mio piccolo ne ho scritto anch’io, a più riprese), ma anche di pittori e scrittori.
Per concludere – ma l’argomento è sterminato e meriterebbe ben altro spazio, lo so bene – a proposito di scrittori e scrittrici “maledetti” voglio segnalarvi un post, apparso sul blog Libri e Parole, dedicato appunto alle vite tormentate di questa categoria di artisti.