Nei giorni scorsi mi sono occupato, per il blog magazine Libri e Parole, di un romanzo magnifico, Il Ciarlatano.
Scritto da Isaac Bashevis Singer, premio Nobel per la Letteratura nel 1978, racconta le avventure tragicomiche di Hertz Minsker, ebreo polacco emigrato dal suo paese nell’America dei primi anni Quaranta, mentre Hitler in Europa sta compiendo lo sterminio del popolo ebraico.
Ma nel libro c’è molto altro, naturalmente: accanto ai toni leggeri da commedia alla Ernst Lubitsch, si può cogliere lo smarrimento dell’intellettuale moderno in un mondo fattosi ormai troppo complesso e sfaccettato per essere compreso con gli abituali strumenti della filosofia o della religione.
In tal senso, ebraismo a parte (un “a parte” non da poco, certo) non è azzardato sostenere che in fondo c’è un po’ di Minsker – apatico, smarrito, inconcludente “di default – in tutti noi.
È un libro da leggere, insomma.
