Leggere Il sosia nell’era della “cancel culture”

La sciagurata invasione russa dell’Ucraina ha provocato, tra i tanti, tragici effetti collaterali, anche una sorta di ostracismo nei confronti della cultura russa, benché suoni a dir poco paradossale il riferimento alla cosiddetta cancel culture fatto da Putin pochi giorni fa.

Vero è che le recenti polemiche che hanno riguardato la risibile cancellazione da parte della Bicocca di un corso su Fedor Dostoevskij hanno fatto giustamente gridare allo scandalo, a una specie di maccartismo di ritorno.

Censure demenziali a parte, è invece quanto mai opportuno (ri)leggere oggi le opere del grande scrittore russo. E se volete cominciare ad esempio da una delle sue opere più celebri, anche se forse non la più riuscita almeno sul piano della forma, potreste leggere Il Sosia.

Romanzo di grande modernità per quanto attiene al tema affrontato, ossia lo sganciamento dalla realtà dell’uomo qualunque, schiacciato da un sistema di valori e da una società che lo annichiliscono, è stato recensito dal sottoscritto giorni fa sul blog magazine Libri e Parole.

Addio a Biagio Proietti

Biagio Proietti

Sabato scorso, 12 marzo, è scomparso a Roma Biagio Proietti. Un nome che forse non dirà molto alle nuove generazioni o ai non addetti ai lavori, Biagio negli anni ’70 e ’80 è stato autore prolifico di gialli e thriller televisivi di grande successo e che fecero davvero epoca. Un titolo per tutti, Dovè Anna.

Sue furono anche le sceneggiature televisive dei Racconti fantastici di Egar Allan Poe e di molti altri importanti lavori televisivi, ma non solo. Fu molto attivo anche nel cinema e nel teatro.

Purtroppo il nostro Paese soffre spesso di memoria corta in materia di cultura, specie quella di casa nostra, e negli ultimi anni si parlava poco di lui. Io ebbi la fortuna di conoscerlo agli inizi della mia avventura da imbrattacarte e ricordo bene il suo incoraggiamento a proseguire i miei primi timidi tentativi di scrittura.

Anni fa ebbi l’onore di tenere assieme a lui una presentazione in una libreria della provincia laziale e dette come al solito grande prova di entusiasmo e affabulazione.

Il Maestro, come amavamo chiamarlo in tanti, mancherà molto a tutti noi.

Radio Varsavia

Un modo per ricordare allo stesso tempo la figura di Franco Battiato, artista immenso che ci manca sempre più, con un brano, ahinoi, mai così attuale. Quello che segue è il videoclip di Radio Varsavia, canzone tratta dall’album L’arca di Noè, uscito a fine ’82.

Radio Varsavia, 1982.

Radio Varsavia

E i volontari laici
scendevano in pigiama per le scale
per aiutare i prigionieri
facevano le bende con lenzuola.

E i cittadini attoniti
fingevano di non capire niente
per aiutare i disertori
e chi scappava in occidente.

Radio Varsavia
l’ultimo appello è da dimenticare.

E i commercianti punici
prendevano sentieri di montagna
per evitare i doganieri
ed arrivare in Abissinia.

La Cina era lontana
l’orgoglio di fantastiche operaie
che lavoravano la seta
le biciclette di Shangai.

Radio Varsavia
l’ultimo appello è da dimenticare.

Libri da leggere a marzo

È vero, suona strano, persino vano parlare di libri consigliati in questo periodo, preoccupati come siamo per la guerra che sta dilaniando l’Ucraina.

Ma la cultura e l’arte restano valori fondanti della nostra vita, una sorta di via d’uscita mentale specialmente quando, come oggi, i nostri cuori sono affranti dall’immane tragedia che sta vivendo il popolo ucraino.

Questo mese la rubrica dei libri da leggere che curo sul blog magazine Libri e Parole verte perlopiù su saggi, tutti – mi pare – interessanti e importanti. Ma nell’elenco compare anche un romanzo, l’ultimo di Michel Houellebech.

Per approfondire