La scomparsa dei fumetti (e non solo)

Il titolo è un po’ ellittico e volutamente allarmistico, è vero. In realtà i fumetti non sono scomparsi, anche se non se la passano troppo bene, perlomeno quelli targati MarvelD.C. e, sia pure in misura minore, Disney e Bonelli. Quest’ultimo editore proprio di recente ha rivolto un appello ai lettori al fine di ottimizzare tirature e distribuzione, ma temo senza grandi prospettive.

Il fatto è che, nelle poche, eroiche edicole rimaste in attività sul suolo patrio, la presenza un tempo cospicua dei fumetti si è rarefatta sempre più. Perfino nelle edicole dei luoghi di mare, un tempo rifugio sicuro dei “giornaletti”, come li chiamavano un tempo gli adulti, sono diventati merce rara. Addio copie arretrate, addio vecchi Tex, Diabolik e Topolino d’annata.

Continuano a vivacchiare le riviste scandalistiche, quelle specializzate (moda, design, arredamento), ma per quanto tempo ancora? E non si pensi che la causa risieda nel diffondersi del digitale, perchè a tutt’oggi le versioni digitali di quotidiani e riviste continuano ad arrancare. La verità è che non si legge più. Punto.

Alcuni amici edicolanti mi hanno confessato che stanno tentando di resistere strenuamente per arrivare all’agognata pensione, trasformando sempre più le loro rivendite in affollati bazaar di giocattoli, gadget, biglietti per autobus e metro. Ma i tempi delle vacche grasse sono finiti da un pezzo. E questo senza calcolare gli imminenti disastri scatenati dall’impennata dei prezzi dell’energia e del costo della vita.

Insomma, per parafrasare Zucchero, la vedo nera. E sì, gli appassionati cercheranno di supplire recandosi nelle fumetterie, la cui presenza però non è affatto costante nelle nostre regioni, né la vendita per corrispondenza costituisce sistema troppo efficiente o conveniente.

Trump golpista e seminatore d’odio? Frank Miller l’aveva previsto

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Lo sciagurato e pericolosissimo tentativo di golpe perpetrato ieri dal Presidente Pazzo Trump in spregio alle regole più basilari della democrazia era stato annunciato e previsto, oltre che da alcuni giornalisti e osservatori politici, rimasti purtroppo inascoltati, dalle autorità USA in primis, anche dal celebre fumettista, regista e sceneggiatore Frank Miller, e non da oggi.

Si rilegga ad esempio la storia autoconclusiva Dark Knight Returns: The Golden Child pubblicata nel 2019.

E pensare che c’è chi ancora oggi, nel 2021, nega l’importanza e lo spessore di certi fumetti.

Mi dispiace per lui.

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Le immagini sono © DC Comics

Origini segrete

Nei giorni scorsi ho recensito per Nero Café Origini Segrete, un film spagnolo di recente apparso sulla piattaforma streaming Netflix.

Si tratta di una pellicola divertente, un thriller che per certi versi gioca a travestirsi da film di supereroi pur senza esserlo davvero. Anzi, lo fa con ironia e leggerezza.

Se volete approfondire, la recensione si trova qui.

Addio a Joe Sinnott

Alla bella età di 93 anni è scomparso Joe Sinnott, inchiostratore, rifinitore e disegnatore dei più talentuosi della scena fumettistica mondiale.

Il suo nome rimarrà indissolubilmente legato a quelli di giganti del fumetto quali Jack Kirby, John Buscema, George Perez, John Byrne e tanti altri. Solo l’anno scorso aveva annunciato il suo ritiro dal lavoro. Ne avevo parlato qui.

Addio, “Joltin” Joe. I tuoi splendidi lavori non cesseranno di affascinarci.

 

Università e pecore

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È da poco approdata in libreria, pubblicata da Feltrinelli Comics, un’interessante graphic novel, dedicata alla storica figura di Don Milani, dal titolo ironico e provocatorio, Università e pecore.

Interamente realizzata – testi e disegni – dalla talentuosa Alice Milani, nipote del battagliero religioso, offre una prospettiva nuova, a tratti inedita, sulla vita e le opere del grande educatore, scrittore e insegnante.

Ne consiglio la lettura, per l’importanza e l’attualità del pensiero e del modus operandi del celebre Priore di Barbiana.

Chi volesse approfondire l’argomento può farlo leggendo la mia recensione sul blog magazine Graphomania.

Apocalisse sulla Luna!

MMMF4010ISBN_0Cinquant’anni fa, il 20 luglio 1969, alle 22.17, il primo uomo metteva piede sulla superficie lunare. Da buon fumettofilo – o “fumettaro”, fate voi – mi piace ricordare l’evento con un fumetto, realizzato all’epoca da quello che considero il team più qualitativo di tutti i tempi, Jack Kirby (storia e disegni), Stan Lee (dialoghi) e Joe Sinnott, rifinitore e inchiostratore stellare.

Mi riferisco a un albo, il n. 98, dei Fantastici Quattro, ideato prima dell’allunaggio, ma distribuito poi nella primavera dell’anno seguente per le ben note, dilatate, tempistiche editoriali americane.

“King” Kirby, qui all’apice della sua arte, impreziosito dalle chine certosine di Joe Sinnott (link) e Stan “The Man” Lee immaginavano un complotto ordito dai Kree per mandare a monte la missione lunare.

Naturalmente i F.Q. intervenivano prontamente e sventavano la minaccia. Siamo lontani anni luce dal caos produttivo e dalla qualità a dir poco altalenante della Marvel di oggi, succube com’è dello strapotere del cosiddetto MCU, ossia del versante cinematografico della Casa delle Idee.

Com’è noto, l’acquisizione di quest’ultima da parte della sempre più vorace Disney sta compiendo poi ulteriori danni, conferendo un taglio sempre più infantile e semplicistico alle storie dell’universo Marvel. Per non parlare dell’asservimento più becero (e comunque asservito a logiche commerciali) al politically correct dilagante oltreoceano, a causa del quale vengono stravolti in modo ridicolo e offensivo per il lettore sesso, etnia e caratteristiche di personaggi storici.

Questo sul versante creativo e artistico. Ma c’è di più, purtroppo: non mancano conseguenze sul piano pratico, dell’occupazione.  La recente acquisizione della Fox provocherà migliaia di licenziamenti nelle due compagnie – si parla di una cifra prossima alle 7.500 unità – e si colgono già i primi effetti anche nel nostro Paese. Come riporta infatti la testata MilanoToday:

Disney licenzia a Milano. La società americana ha annunciato una riduzione del personale: nelle scorse ore ha comunicato ai sindacati di categoria il licenziamento di 61 persone nella sede di Milano di via Ferrante Aporti in cui attualmente lavorano 206 dipendenti. Nello specifico rischiano il posto 48 impiegati e 13 dirigenti dell’azienda, tutti prevalentemente impegnati nel marketing e nella vendita dei diritti di immagine, come reso noto da Slc-Cgil.

Zagor Le Origini n. 1: non il solito reboot

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È da poco approdato in edicola il n. 1 di una miniserie in 6 albi dal titolo programmatico Zagor – Le Origini. L’editore è ovviamente Bonelli, che pubblica da sempre le avventure di Zagor.

Soggetto e sceneggiatura sono opera di un nome che è una garanzia assoluta, Moreno Burattini. Quest’ultimo, da quando ha preso in mano le redini della creatura creata nel lontanissimo 1961 da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, è divenuto per lo Spirito della Scure un po’ il Chris Claremont o, se preferite, il Roger Stern della migliore Marvel: autori innamorati di personaggi creati da altri scrittori – per Stern e Claremont i “soliti” Stan Lee e Jack Kirby, e nel caso di Burattini, il “patron” Bonelli – che hanno saputo infondere nuova linfa a serie storiche, adattandole ai tempi mutati, pur restando nel solco della tradizione.

Facile a dirsi, difficilissimo a farsi, a meno di non cadere nel già detto, anzi raccontato da chi li ha preceduti. Nel caso specifico della miniserie ideata da Moreno Burattini posso senz’altro affermare che l’impresa è riuscita in pieno: le sessanta pagine dell’albo scorrono via in un crescendo di tensione e rapimento per il lettore, che rimane catturato da un “reboot” che davvero aggiunge qualcosa di nuovo alle origini, del resto in parte fumose, del mitico Zagor.

L’approccio narrativo è modernissimo, il pathos è alto e la scansione delle tavole è rapida, non tradizionale. Non meno riusciti i disegni di Valerio Piccioni, le chine di Maurizio di Vincenzo e i colori – strepitosi – di Andrea Mossa, che creano atmosfere suggestive, in linea con la storia e l’ambientazione. La copertina, di grande effetto, è di Michele Rubini.

Insomma, non credo di esagerare affermando che Zagor Le origini è un lavoro superlativo.

X-Men di Chris Claremont, la ristampa integrale

MINXM003_0La Marvel Italia ha avviato da qualche mese la ristampa integrale dell’intero ciclo degli X-Men di Chris Claremont. Si tratta di un corpus di storie di altissimo livello qualitativo, da rileggere per chi – come il sottoscritto – le lesse oltre trent’anni fa e per chi invece ne fosse all’oscuro.

Degno di nota, credo, il contesto nel quale si trovò a lavorare il grande autore: la Marvel Comics della seconda metà degli anni ’70 versava in profonda crisi, sia sotto il profilo delle vendite che quello della qualità. Non a caso, il numero delle pagine degli albi in quel periodo scese dalle abituali 20, 21 pagine a 16, 17.

Ebbene, proprio in un momento di pericoloso stallo per la Casa delle Idee, Claremont, coadiuvato in maniera strepitosa dall’allora astro nascente John Byrne, seppe dare una sana sferzata creativa al boccheggiante universo Marvel. Riuscì a farlo lavorando su una testata considerata fino a quel momento minore, tra l’altro.

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Un po’ come aveva fatto solo pochi anni prima alla D.C. Comics Jack “King” Kirby, quando, accingendosi a creare la complessa saga del Quarto Mondo, aveva scelto una testata minore, Superman’s Pal Jimmy Olsen.

Dal canto suo Claremont, fine tessitore di trame e sottotrame e sofisticato caratterizzatore dei personaggi, dà vita nel corso della sua lunga gestione a un intero universo narrativo, quello mutante, definendone caratteristiche e orizzonti. Come non citare poi il ciclo di Fenice, da molti considerato l’apice assoluto e ineguagliato della gestione Claremont, tra l’altro trasposto più volte al cinema?

Considerate inoltre che col n. 4 di questa ristampa è approdato ai disegni un vero e proprio titano del fumetto, il già citato John Byrne… Particolare interessante, la ristampa è proposta non nel tipico formato “comic-book” USA, ma in quello “bonelliano”, di dimensioni più ridotte.

Al riguardo, c’è da dire che, sfatando i timori di molti per una paventata minore  resa qualitativa della stampa, l’operazione ha funzionato: testi e disegni restano ben visibili e godibili. Che altro aggiungere a questo punto, se non augurarvi buona lettura?

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Al via Romics 25

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Si è aperta oggi l’edizione n. 25 di Romics. Ricco come sempre il calendario di eventi in corso fino al 7 aprile alla Fiera di Roma. A questo link il corposo programma.

Ci saranno molti amici “fumettari” e non solo. Tra questi non posso non raccomandare una visita, anzi direi un pellegrinaggio, al combattivo stand di Nero Press Edizioni, presso lo stand 24, padiglione 9.

Logo NPE Romics

Troverete tutto lo stuzzicante e altamente qualitativo catalogo della casa editrice, compreso naturalmente il volume Solo il mare intorno, della premiata ditta Danilo Arona Angelo Marenzana Luigi Milani.
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Buona pensione, Mr. Joe Sinnott!

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Il mitico Joe Sinnott, alla veneranda età di 92 anni, ha annunciato il ritiro dall’attività fumettistica. L’ha fatto sul proprio profilo Facebook.

Dovete sapere che “Joltin” Joe Sinnott, disegnatore, ma soprattutto inchiostratore e rifinitore sopraffino, ha consegnato le chine dell’ultima (in tutti i sensi, perchè si è conclusa anche la striscia) strip domenicale di Amazing Spider-Man solo pochi giorni fa.

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Per gli amanti dei numeri, riporto questo dato, indicativo dell’instancabile prolificità del mitico Joe: ha lavorato alle strisce dell’Uomo Ragno per 27 anni!

Di lui e del suo prezioso lavoro si è occupato, tra gli altri, il New York Times, in questo – come nella tradizione del NYT – esauriente articolo, apparso un paio d’anni fa.

Tuttavia il lavoro sulle strisce ragnesche, pur importante, sembra quasi poca cosa rispetto al lavoro stellare portato avanti come inchiostratore di titani del disegno quali “King” Kirby, “Big” John Buscema, Gene “Il decano” Colan, John Byrne, George Perez (anche quest’ultimo, benché molto più giovane, ha annunciato di recente il suo ritiro, ma per motivi di salute…).

Voglio sottolinearlo: Joe ha inchiostrato anche le matite di artisti meno noti, ma con la medesima cura e attenzione, da grandissimo professionista qual è sempre stato.

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Di tutto questo sterminato universo fumettistico forse i lavori per i quali è davvero passato alla storia sono quelli legati al nome di Jack Kirby (ma anche di John Buscema) da lui impreziositi a livelli sopraffini. Sì, perchè, se è vero che i disegni di Kirby sono stati caratterizzati, da un certo momento in poi, da un mostruoso livello di complessità e grandiosità, è anche vero che il tratto del King tendeva a essere a volte un po’ aspro, schematico.

Ed è proprio qui che entrava in campo la maestria di Sinnott, che, pur senza mai sovrastare o appesantire il tratto di J.K., rifiniva e in definitiva impreziosiva il risultato finale. Del resto egli stesso è un ottimo disegnatore, dal tratto pulitissimo ed elegante. Per rendersene conto vi consiglio di affacciarvi sul sito Web di Joe, dove troverete un ampio campionario dei lavori del Nostro, e non solo nelle vesti di inchiostratore, ma anche da “matita solista”.

L’ammetto, considero J.S. il più grande inchiostratore di Kirby, e non sono l’unico ad affermarlo. Pur rispettando gli inchiostri precisi e dettagliati di Mike Royer, inker preferenziale di Jack a partire dal suo approdo alla D.C. nel 1970, e non disdegnando, a differenza di molti altri, le morbidezze – a volte un po’ troppo coprenti, non di rado imprecise – di un Vince Colletta, le chine di Sinnott hanno sempre conferito ai disegni “kirbeschi” un’ulteriore, ineguagliabile qualità e spessore.

Quelli che riporto a corredo di questo post sono solo alcuni degli innumerevoli esempi della eccezionale bravura di Joe, al quale auguro di godersi finalmente la sua meritatissima pensione!

 


Tutte le immagini inserite in questo post sono © Marvel Comics