Giornata internazionale per le vittime della tortura

carcere

Il 26 giugno è stata la Giornata internazionale per le vittime della tortura proclamata dall’Onu. Dalle nostre parti ha un sapore un po’ esotico: quando se ne parla, anche in ambienti istituzionali, sembra si parli di concetti astratti. Certo, Guantanamo e Abu Grahib ci hanno dato qualche brivido, ma – come ebbe a dire un alto magistrato qualche anno fa – la tortura da noi non è prevista, e dunque è un problema che riguarda quei Paesi che la prescrivono.

Leggete allora questa testimonianza di abusi, raccolta da Stefano Anastasia e Fiorentina Barbieri (difensore civico per l’associazione Antigone)

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Nuova recensione di “Processo agli Scorpioni”

Processo agli Scorpioni

Un breve estratto della bella recensione di Processo agli Scorpioni di Jasmina Tesanovic – appena intervistata, tra l’altro, su BabelMed da Vesna Scepanovic – a cura di Roberto Nicoletti per Arcilettore:

La lettura del libro, che mette in evidenza il coraggio della giudice e di molti personaggi che costituiscono la storia di questo processo, è profondamente angosciante e solo la scrittura giornalistica e narrativa dell’autrice rende scorrevole. Può darsi che qualcuno sia più sensibile di altri, ma mi sono reso conto che la scelta pacifista, intesa non solo come posizione contro la guerra ma anche contro ogni nazionalismo, contro ogni fascismo, sia la sola che possa salvarci da quell’orrore.

Il dovere di informare, il diritto di sapere

I giornali hanno il dovere di informare perché i cittadini hanno il diritto di conoscere e di sapere. La nuova legge sulle intercettazioni telefoniche è incostituzionale, limita fortemente le indagini, vanifica il lavoro di polizia e magistrati, riduce la libertà di stampa e la possibilità di informare i cittadini. Per questo va fermata.

Ecco cosa dice l’emendamento al ddl

I giornali hanno il dovere di informare
I cittadini hanno il diritto di sapere

Firma l’appello di Repubblica

Bruce Sterling e Jasmina Tesanovic: sposati, ma non per gli USA

sterlingtesanovic

Il servizio d’immigrazione americana è convinto che il matrimonio tra Bruce Sterling e Jasmina Tesanovic sia una sorta di finzione messa in atto in frode alla legge sull’immigrazione. La celebre, ma anche combattiva,  coppia di artisti ha lanciato allora una campagna di sensibilizzazione nei riguardi della loro vicenda, che purtroppo non è un caso isolato.

Vedi anche l’articolo su Linkontro.info.

Caso Englaro: il parere di Rodotà

Afferma Stefano Rodotà, intervistato da Liberazione:

È in atto non da oggi – dice l’ex garante della protezione dei dati personali – un gravissimo e pericoloso conflitto sul tema della legalità e il rispetto dei diritti. Queste invocazioni, questi tentativi di impedire che si dia esecuzione ad una sentenza passata in giudicato non vengono da soggetti che fanno appello a dei criteri morali. In tal senso figuriamoci se sono d’accordo sul contenuto e ancor meno sulle parole del cardinale Barragan.

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Giustizia ingiusta

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Scrive Piero Sansonetti, a proposito della sentenza della prima sezione del Tribunale sulle violenza commesse alla scuola Diaz, durante il G8 del 2001, che ha assolto i vertici della polizia e condannato alcuni agenti e due soli dirigenti:

Probabilmente è la sentenza peggiore, la più sfacciata, la più arrogantemente ingiusta, che mai sia stata pronunciata da un tribunale italiano della Repubblica. Non si era mai vista una cosa del genere. I vertici della polizia tutti assolti. Gli autori e gli architetti di una pagina tra le più brutte, infami, della storia della polizia italiana, da quando è caduto il fascismo, tutti dichiarati bravi ragazzi. C’è stata solo una condanna, quella contro Vincenzo Canterini che è stato condannato a 4 anni e 3 mesi perché contro la sua partecipazione diretta al pestaggio dei ragazzi della Diaz erano state raccolte troppe prove. Gli altri responsabili di quell’orrore che recentemente è stato definito da un dirigente della polizia come «macelleria messicana», sono stati dichiarati non colpevoli. []

Enzo Tortora: simbolo di giustizia ingiusta e di accanimento mediatico

Enzo Tortora

Vent’anni fa moriva Enzo Tortora, dopo essere stato vittima di un clamoroso errore giudiziario e di un vergognoso linciaggio mediatico. Enzo da allora è assurto suo malgrado a simbolo di somma ingiustizia.

Una storia drammatica, che definire kafkiana vorrebbe dire solo fare letteratura su una vicenda che invece è purtroppo vera e assurdamente reale, nonostante a me sembrasse, in quel lontano 1983, come ad altri milioni di cittadini, totalmente irreale e incredibile.

La storia dell’arresto, avvenuto in modo spettacolare il 17 giugno 1983 con la delirante accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico, emessa dalla Procura di Napoli sulla base di risibili invenzioni di tre camorristi di rango (Pandico, Melluso e Barra), e la sua gestione indecorosa da parte dei media, rimarranno come una macchia indelebile nella memoria collettiva di tutti noi.

Non vi fu giustizia, né corretta informazione, in quell’occasione. Ci volle la voce solitaria e incredula di Enzo Biagi, che, a poche settimane dall’arresto di Tortora, scrisse un articolo sulla prima pagina di Repubblica – lo ricordo come fosse ieri – dall’eloquente titolo: “E se Tortora fosse innocente?

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