Piccolo promemoria per gli amici, gli irriducibili accoliti e, per citare il grande Stan Lee, i true believers: ricordatevi di seguire l’evento on line di oggi pomeriggio, dalle 18 in poi, sull’inevitabile Facebook (ma anche sul Tubo): il sottoscritto dispenserà, con la complicità dell’amico Roberto Russo di edizioni Graphe.it, i doverosi auguri natalizi.
Sembra ieri, ma sono già trascorsi dieci anni dalla scomparsa di Adriana Zarri, giornalista, scrittrice e teologa, grande amante degli animali e della natura.
Per ricordarla possiamo leggere l’intervista fatta qualche anno fa da Chiara Perseghin a Chiara Petterino, amica della Zarri.
Narrare lo stesso tema – il Natale, o meglio, “un dono” natalizio – da due punti di vista diversi, due stili, due epoche distanti tra loro. È questa la sfida sottesa alla collana Natale ieri e oggi di edizioni Graphe.it, che ogni anno vede protagonisti appunto 2 autori – uno del passato e un altro contemporaneo – alle prese col tema del Natale.
Quest’anno i nomi in gioco sono Evelina Cattermole, poetessa e scrittrice dalla vita tormentata e affascinante, più nota forse con lo pseudonimo di Contessa Lara, e il vostro LM.
Per l’occasione ho per una volta accantonato i generi noir e horror ai quali mi sono dedicato negli ultimi anni per misurarmi nella scrittura di un racconto di tutt’altro ambito.
Di questo e altro parlo più diffusamente nel corso di questa– breve, tranquilli! –intervista:
E non perchè sia stato curato dal sottoscritto, ma per l’importanza del messaggio contenuto nel libro.
Di cosa parla il saggio:
Il libro è un saggio-intervista dedicato agli importanti temi della biomimetica – cioè l’ispirazione dalla natura – del design, della sostenibilità ambientale e sociale, nonché delle problematiche legate al ciclo produttivo, dalla sua fase iniziale, la progettazione, sino al suo esito finale, spesso poco o nient’affatto sostenibile.
L’opera riserva inoltre particolare attenzione alle tematiche, di stringente attualità, delle fonti energetiche alternative e del riciclo dei prodotti di scarto delle attività produttive e della normale vita quotidiana.
L’approccio è volutamente colloquiale, nell’intento di rendere l’accesso a questi argomenti più accattivante e coinvolgente, pur nel pieno rispetto formale della correttezza terminologica e dell’attendibilità scientifica.
Horror Magazine ha intervistato Luigi Boccia, una delle figure più interessanti del panorama cinematografico e letterario italiano “di genere”. Quale genere? L’horror, il sovrannaturale, ecc.
Regista, sceneggiatore, scrittore, editor, curatore di collane – guardacaso “de paura”, come diceva il mitico Corrado Guzzanti nei panni del celeberrimo regista cialtrone Rocco Smitherson – fornisce risposte a mio avviso molto stimolanti: da leggere senz’altro, specie se vi piacciono certe tematiche.
Un benvenuto al CIF, Collettivo Italiano Fantascienza, sulle pagine virtuali di Kipple. Come nasce e che cosa è esattamente il CIF?
Simonetta Olivo: Nell’agosto del 2017, quando ho scoperto con mia gran sorpresa di essere finalista per il Premio Urania Short, ho avuto la fortunata idea di contattare gli altri autori arrivati in finale e di proporre loro uno spazio virtuale dove potersi conoscere prima della proclamazione del vincitore. Abbiamo cominciato a scambiarci visioni, opinioni e racconti, ed è stato subito chiaro che se fossimo riusciti a uscire da un’ottica competitiva quell’incontro poteva diventare un valore. Nell’ottobre del 2017 molti di noi si sono incontrati di persona alla manifestazione Stranimondi a Milano, sede della premiazione. Lo scambio a distanza era stato così intenso e sincero che quell’incontro, per alcuni, è stato come fra amici di vecchia data. Così la proclamazione della vincitrice Linda De Santi è divenuta un’occasione di festa…
Di recente è apparsa in rete un’interessante intervista a Luca Oleastri, uno dei migliori illustratori (ma non solo) in attività non solo in Italia, ma anche all’estero.
Tra l’altro, Luca è l’autore della copertina e delle illustrazioni interne di un mio libro pubblicato qualche anno fa. Il che mi rende vieppiù orgoglioso.
Vittorio Gregotti, architetto attivo fin dal dopoguerra e tra i più apprezzati anche all’estero – ma guai a chiamarlo archistar – sta per raggiungere l’ambito traguardo dei novant’anni.
È l’occasione per tracciare un bilancio della sua attività e anche per lanciare quella che forse non è solo una provocazione, quando afferma, nel corso della bella intervista rilasciata al quotidiano Repubblica che “l’architettura non interessa più a nessuno”.
[…] Cosa sta succedendo nel nostro mondo? Una società immobiliare decide se, con i soldi dell’Arabia Saudita, investire a Berlino, a Shanghai o a Milano, a seconda delle convenienze. Stabilisce il costo economico, compie un’analisi di mercato, fissa le destinazioni. E alla fine arriva l’architetto, a volte à la mode, al quale si chiede di confezionare l’immagine.
Interessante l’approccio trasversale e multidisciplinare del grande progettista, che ricorda anche gli stimolanti contatti intercorsi con il mondo degli scrittori:
[…] Ho anche partecipato al gruppo 63: si ragionava su come vivere il tempo libero senza finire preda del mercato, una questione cruciale per un architetto.
Tuttavia, per tornare nel territorio specifico del grande architetto, lo sguardo di Gregotti è disincantato e amaro, nell’osservare:
Oggi non ci si preoccupa di rappresentare una condizione sociale collettiva. È andato smarrendosi il disegno complessivo della città, che viene progettata per pezzi incoerenti, troppo regolata da interessi.
Qualcuno forse potrebbe obiettare che questo pessimismo scaturisce dal peso degli anni. Il che può essere, certo. Ma temo che le argomentazioni di Gregotti siano invece ben supportate dai fatti e dall’osservazione di una realtà architettonica avvilente, che non di rado sprofonda nello squallore.
Nei giorni scorsi ho intervistato Maria Ausilia Gulino, autrice di quello che può ben essere considerato il saggio definitivo sulla canzone d’autore italiana: La canzone italiana d’autore(Delos Digital).
L’autrice affronta con grande profondità e ricchezza d’argomentazioni questo argomento – ma non solo, visto che tratta anche tutte le tematiche connesse alla storia, alla diffusione e persino alla registrazione della nostra benamata musica – che gli appassionati di musica come il sottoscritto credono di conoscere abbastanza bene, salvo poi ricredersi quando si trovano tra le mani un testo di tale livello.
Potete leggere l’intervista alla Gulino a questo link. Qui sotto intanto posto il video ufficiale de Il Vangelo di Giovanni, tratto dall’ultimo, eccellente lavoro dei Baustelle, apprezzatissima band di casa nostra che certo produce “musica d’autore”…
Periodo fitto d’interviste, questo: chissà poi cos’avrà da dire, “il Milani”, di così tanto importante…
Oggi ne è apparsa un’altra, di quelle “fatte bene”, realizzata da Roberto Bommarito per KippleBlog, il blog di Kipple Officina Libraria: si parla, oltre che del solito Demone di carta, di editoria, steccati da abbattere e così via.