Addio a Zafón

Riprendo dal blog (sempre interessante!) Words and Music and Stories questo bel ricordo del grande Carlos Ruiz Zafón. Uno scrittore dall’inventiva sfrenata, capace di mescolare più generi letterari – realismo e fantasia, narrativa “alta” e “bassa” – come pochi altri.

Ho amato moltissimo i suoi romanzi e il suo approccio alla scrittura, sofisticato ma allo stesso tempo in grado di dar vita a pagine godibilissime e coinvolgenti per il lettore.

words and music and stories

664px-Carlos_Ruiz_Zafón_-_001 [Mutari] Escriptor espanyol  Carlos Ruiz Zafón a Barcelona – 2008 Si e spento ieri, 19 giugno 2020, a soli 55 anni, lo scrittore catalanoCarlos Ruiz Zafón.
Tradotto in oltre 40 lingue e considerato lo scrittore spagnolo più letto al mondo dopo Cervantes, Zafón aveva raggiunto la notorietà internazionale con il suo romanzo “L’ombra del vento”.
Uscito in sordina in Spagna nel 2001, grazie al passaparola “L’ombra del vento”è divenuto un vero caso editoriale, premiato da un successo globale, seguito da altri best seller internazionali come “Il labirinto degli spiriti”, “Il prigioniero del cielo”, “Il gioco dell’angelo”, “Marina” e libri di narrativa per giovani.

Ecco una scelta di frasi tratte da “L’ombra del vento“:

💨 “L’uomo, da scimmia qual è, è un animale sociale e considera il clientelismo, il nepotismo, gli intrallazzi e il pettegolezzo, modelli intrinseci di comportamento etico.”

💨 “La malvagità presuppone un certo spessore…

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Addio a Roberto Gervaso

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E così il 2 giugno, Festa della Repubblica, se n’è andato anche Roberto Gervaso, un altro di quei personaggi che credevamo immortali, per averci accompagnato con la loro perspicacia e cultura lungo l’arco di molti decenni.

Storico di vaglia, giornalista e scrittore brillante e sagace, autore di aforismi degni del miglior Oscar Wilde, la sua è stata una voce brillantissima, dotata di quel gran dono che è l’autoironia, qualità spesso sconosciuta agli intellettuali di casa nostra, non di rado verbosi e tromboni.

Voglio salutarlo proprio con una delle sue frasi lapidarie ma di grande effetto, lette per anni nella sua strepitosa rubrica Il Grillo Parlante sul Messaggero:

La vita è la più monotona delle avventura, finisce sempre allo stesso modo

Addio a Brian Dennehy

Schermata 2020-04-17 alle 11.14.30Periodo a dir poco mesto, questo: è scomparso, all’età di 81 anni, Brian Dennehy, ottimo attore e volto noto del grande schermo.

Molti lo ricorderanno, giustamente, per il personaggio direi quasi iconico dello sceriffo “cattivo” che arresta ingiustamente Rambo nell’omonimo film. Ma sarebbe ingiusto e riduttivo circoscriverne la bravura solo riferendola a quella pur importante parte.

Voglio invece ricordarlo in un altro ruolo, nel quale a mio avviso eccelle, uscendo dallo stereotipo del solito personaggio negativo tout court: quello dell’architetto americano Stourley Kraklite in una pellicola del 1987 firmata da Peter Greenaway, ambientata peraltro a Roma.

Se ne avete la possibilità, vi consiglio di recuperare questo film. Ne vale la pena.

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Una scena da “Il ventre dell’architetto”

Addio a Bill Withers

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© Gilles Petard/Redferns/Getty Images

Lo scorso venerdì è scomparso all’età di 81 anni il grande cantante statunitense Bill Withers.

Importantissimo per la musica R&B e Soul, ma non solo, ci ha regalato canzoni meravigliose come Ain’t No Sunshine, Use Me, Just the Two of Us, Lovely Day e Lean on Me, solo per citarne alcune tra le più celebri.

Esordisce nel 1971 con l’album Just as I Am, una pietra miliare della musica moderna. Tra i brani compare tra l’altro la celeberrima Ain’t No Sunshine, struggente nella sua incantevole semplicità.

Addio a Kirk Douglas, ultima leggenda di Hollywood

Kirk_Douglas_1969Alla veneranda età di 103 anni è scomparsa l’ultima icona della Hollywood dell’età dell’oro, Kirk Douglas.

Il “figlio del venditore di stracci”, come si definì egli stesso con legittimo orgoglio nella sua eccellente autobiografia, è stato interprete sanguigno e sempre credibile di un gran numero di pellicole.

Spesso diretto da grandi registi, il suo volto dai tratti forti rimarrà scolpito per sempre nella memoria di chi ama il grande cinema.

Lo ricordo strepitoso in Orizzonti di gloria e Spartacus di Stanley Kubrick, ma anche in Sfida all’O.K. Corral in coppia con Burt Lancaster, altro titano del cinema e amico di sempre.

Con Kirk Douglas l’Hollywood dei grandi divi del passato scompare definitivamente. Restano però i film di quegli anni, a testimonianza di una stagione temo irripetibile per qualità e spessore delle storie narrate per immagini.

Addio ad Antonello Falqui

EJe1zxaWwAE3hk1È scomparso ieri, alla veneranda età di 94 anni, il grande Antonello Falqui.

Chi era Falqui? In una parola potremmo dire che è stato “la televisione”: uomo colto e ironico, ma ben consapevole dei propri mezzi, è stato regista televisivo di riferimento dai tempi del Musichiere (1957) fino alla fine degli anni ’80.

Grande innovatore e dotato di grandissimo fiuto artistico, ha fatto conoscere al grande pubblico e valorizzato artisti del calibro di Mina, Lucio Battisti, Alberto LupoWalter Chiari, Oreste Lionello, la coppia Paolo PanelliBice Valori, Franca Valeri, le inossidabili gemelle Kessler, Johnny Dorelli, Raimondo Vianello, l’indimenticabile Quartetto Cetra, Ornella Vanoni, Gigi Proietti

Affermare che Falqui ha inventato e definito il genere del varietà televisivo non è un’iperbole, basti pensare a programmi memorabili come Studio Uno, Milleluci, Fatti e fattacci, Al Paradise.

Un altro pezzo di quell’Italia d’altri tempi sì, ma di grandissimo valore, che scompare e purtroppo non viene rimpiazzata dall’avvento di nuovi talenti. Oltretutto il varietà è ormai scomparso dagli schermi televisivi, e le nuove generazioni non hanno la più pallida idea di cosa sia stato.

Concludo questo breve post con una citazione tratta da un’intervista al grande regista:

Cosa manca alla tv di oggi? La cura. Anni fa prendevi un personaggio e lo curavi nei dettagli, oggi l’eleganza è ignorata. Si parla tanto di cultura, ma la cultura è un modo di fare le cose”

Addio a Fred Bongusto

FredÈ scomparso all’età di 84 anni il grande Fred Bongusto. Ai più giovani forse questo nome non dirà molto, ma le sue canzoni e la sua voce, dal timbro caldo e suadente, hanno lasciato un segno indelebile nella musica degli anni ’60 e ’70.

Brani come Una rotonda sul mare, Tre settimane da raccontare, La mia estate con teBalliamo hanno accompagnato la mia infanzia. Ricordo l’ironia e l’eleganza di questo grande crooner, spesso presente sugli schermi in bianco e nero della televisione di una volta, nei cosiddetti programmi di varietà.

Tra l’altro, forse non tutti sanno che un giovanissimo Zucchero ha fatto negli anni ’70 da apripista ai concerti di Bongusto: in un’occasione, tardando ad entrare in scena Fred, lo rimpiazzò per lo spazio di una canzone, imitandolo alla perfezione proprio nella sua celeberrima Una rotonda sul mare. Fred, racconta Zucchero, lo rimbrottò scherzosamente, per “averci preso troppo gusto”…

Addio, Fred. Le tue canzoni non ci lasceranno, come il tuo ricordo.

Addio a Ric Ocasek dei Cars

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Cars lead singer Ric Ocasek, who died in New York on Sunday, performs at the Rock and Roll Hall of Fame in 2018. Photograph: David Richard/A

La settimana si apre purtroppo con una di quelle notizie che proprio non vorresti leggere: Ric Ocasek, front-man e cantante dei Cars, è stato trovato morto nel suo appartamento di Manhattan.

Settantacinquenne, Ocasek aveva composto la maggior parte dei successi della band che proprio l’anno scorso era stata inserita nella prestigiosa Rock and Roll Hall of Fame.

Chi, come il sottoscritto, ha vissuto gli anni ’80, non può che essere addolorato da quest’ennesima perdita. Si direbbe che un’intera generazione di artisti sta letteralmente svanendo.

Voglio ricordarlo con quello che forse è il brano più celebre della band, la hit Drive.

Peter Fonda, libero per sempre

Il destino a volte sembra fare le sue mosse seguendo un suo implacabile orologio, sincronizzando eventi, persone e situazioni in modi affascinanti, ma anche, come in questo caso, tristi.

Ricorre in questi giorni l’anniversario dei cinquant’anni dal celebre Festival di Woodstock, già ricordato in un mio precedente post. Ebbene, proprio ieri è giunta la notizia della morte, a 79 anni, di Peter Fonda.

Fonda, figlio della leggenda di Hollywood Henry Fonda, fratello minore di Jane Fonda e padre di Bridget Fonda, è stato una vera e propria icona della contro cultura USA (e non solo) della fine degli anni Sessanta. L’immagine immortale di Peter Fonda sulla Harley-Davidson con i colori della bandiera americana è scolpita nell’immaginario collettivo di tutti noi.

Altra – chiamiamola così – coincidenza, il film uscì in sala il 14 luglio sempre di quel memorabile 1969. Segnalo in proposito che la pellicola, appena restaurata, tornerà nelle sale italiane dal 9 settembre e in anteprima dal 31 agosto al Cinema Lumière di Bologna.

Forza Gimondi!

Felice_Gimondi_1966

Questi ultimi addii non ci volevano proprio. Dopo la scomparsa della brava e simpatica Nadia Toffa, ci ha lasciato anche il grande campione Felice Gimondi.

Il nome di Gimondi è legato indissolubilmente alla mia infanzia: vedevo il suo volto in miniatura all’interno delle biglie colorate con cui giocavo in spiaggia, assieme al mio inseparabile amico Roberto, che come sempre gareggiava con me e la solita frotta di bambini assumendo l’identità del rivale Eddy Merckx.

All’epoca ci si divertiva con poco, senza cellulari né social network, prima ancora dell’avvento dei primi videogiochi. La sera era d’obbligo il pellegrinaggio alla sala giochi, sì, ma per giocare a flipper e al bigliardino… Altri tempi, sì.