Un ritratto calzante

[…] «Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare» […]

Immagino che più di qualcuno avrà creduto di riconoscere nelle parole appena lette un uomo politico di oggi. Diciamo un ministro – absit iniuria verbis! – dell’attuale Governo,  barbuto e sovrappeso, razzista compiaciuto, che ama travestirsi di volta in volta da poliziotto, finanziere, pompiere, quando non indossa felpe con stampigliato il nome della città, che, sciagurata, si trova ad accoglierlo in campagna elettorale…

E invece no, miei cari! L’estratto proviene da uno scritto del 1945 della grande Elsa Morante, contenuto nelle Opere, vol. I, Mondadori (Meridiani).

Elsa_Morante,_Bernardo_Bertolucci,_Adriana_Asti,_Pier_Paolo_Pasolini
Elsa Morante, Bernardo Bartolucci, Adriana Asti e Pierpaolo Pasolini

CDay: a difesa della Costituzione

A difesa della CostituzioneAnpi, Arci, CGIL, Libertà e Giustizia, Unione Universitari, Movimento Agende Rosse, organizzano una manifestazione il 12 marzo prossimo, alle ore 15 in Piazza Rovetta a Brescia con la partecipazione di Gustavo Zagrebelski. Eventi analoghi, a difesa della Costituzione, si terranno in tutta Italia.

La semiotica del videomessaggio di B.

Annota, con fotografico puntiglio, La Stampa:

Il Berlusconi che entra nelle case degli italiani in abito scuro, camicia celeste e cravatta blu a piccoli disegni, è seduto a un tavolo da lavoro candido, con fascicoli alla destra e alla sinistra e, davanti, il testo sul quale comunque non si abbassa lo sguardo, probabilmente per l’uso del “teleprompter” che permette di leggere mantenendo lo sguardo alla telecamera.

Anche alle spalle di Berlusconi lo sfondo è bianco, con scaffali pieni di libri. E con le cornici d’argento scintillante che incastonano, in secondo piano ma sufficientemente visibili, il padrone di casa (perchè proprio nella Villa San Martino di Arcore il video è girato) insieme ai propri figli, in momenti di serenità che la loro età e la silhouette delle figure data indietro nel tempo.

Soprattutto la presenza  delle fotografie dei familiari, così vistosamente esposte all’occhio della telecamera, sembra voler lanciare con tutta evidenza un messaggio rassicurante, se non da bravo “pater familias”, almeno da ricco, se non saggio, patriarca.

Vendola ultima chance

Scrive Piero Sansonetti su Gli Altri Online:

[…] Credo che ormai per Nichi Vendola non ci sia più nessuna possibilità di rinviare. Suo malgrado è diventato l’unico leader della sinistra presente sulla scena. E sebbene non disponga di un partito robusto, sebbene si trovi in una posizione parecchio isolata, sebbene debba scontrarsi con le ostilità di diversi leader piddini, è bene che rompa gli indugi.

Cosa vuol dire rompere gli indugi? Ci sono due possibilità. La prima è quella di chiedere che si convochino subito le elezioni primarie per scegliere il leader della coalizione che in primavera dovrà affrontare Berlusconi. E’ vero che le elezioni non sono ancora convocate, ma ormai è abbastanza sicuro che ci saranno e che ci saranno  allo scoccare della primavera. E’ una buona idea quella di chiedere le primarie: ha però pochissime probabilità di realizzarsi.

La seconda opzione è quella di accogliere la proposta che è stata avanzata nei giorni scorsi da Nicola Latorre, vicepresidente dei senatori democratici. In che consiste? In sostanza nel rifondare il Pd. Cioè prendere atto della sconfitta e del fallimento del Pd del Lingotto, e ricominciare da capo. Mettendo insieme gran parte delle forze del Lingotto, e forze esterne, importanti, tra le quali la forza di Nichi Vendola, e chiamare queste forze esterne non ad aderire al Pd ma a rifondarlo insieme. […]

Come non essere d’accordo? C’è davvero da chiedersi – se non fosse una domanda retorica – come mai il Pd non riesca a cogliere questa opportunità, forse l’ultima chance che resta al partito per sfuggire all’immobilismo che lo sta lentamente portando alla consunzione.

(via Gli Altri Online)

Inizia la campagna elettorale

In questi giorni di crisi governativa più o meno conclamata un eminente politico ha già avviato la campagna elettorale. Si tratta di Cetto Laqualunque, qui raffigurato in uno dei poster promozionali che già tappezzano le nostre malridotte città.
(altre informazioni qui).

Gli scoraggiati

Il politichese non muore mai, specie quando tenta di rappresentare concetti legati al mondo dell’economia e del lavoro. Da qualche tempo – l’avrete notato – accanto alle tradizionali categorie dei disoccupati e dei cassaintegrati ha fatto la sua comparsa infatti un nuovo, non meno svantaggiato, gruppo: quello dei cosiddetti scoraggiati.

Di chi si tratta? Di quei soggetti che, pur senza lavoro, hanno rinunciato, per motivi anagrafici o… ambientali, a cercare un’occupazione, rassegnati a rimanere esclusi a oltranza dal mercato, sempre più asfittico e traballante, del lavoro. Eufemismi a parte però, forse sarebbe più realistico e soprattutto corretto chiamarli col loro nome: disperati.

L’autunno di Berlusconi?

Scrive Alexander Stille nel suo blog, col consueto acume e considerando il berlusconismo in una, ahinoi, sconsolante prospettiva storica:

[…] Si potrebbe forse dire che e’, in qualche modo, finito il berlusconismo, o almeno un certo tipo di berlusconismo, cioe’ il berlusconismo come modello ideale capace di fare sognare la gente. Quando Berlusconi ha cominciato c’era nel suo elettorato un vero entusiasmo tra i suoi elettori, un convincimento (contro tutta l’evidenza  dei fatti, a mio avviso, ma non per questo meno genuino) che Berlusconi era l’uomo dei miracoli, capace di fare dell’Italia quello che ha fatto alla sua azienda e di fare degli italiani quello che ha fatto agli azionisti della Mediaset. C’era anche il convincimento che la ricchezza personale di Berlusconi fosse un fatto positivo: troppo ricco per farsi corrompere, piu’ pratico, piu’ in  gamba e piu’ a contatto con i bisogni della gente dei politici tradizionali. Credo che questo mito sia tramontato. Ormai gli scandali degli ultimi due anni hanno reso fin troppo evidente che Berlusconi s’interessa quasi esclusivemente degli interessi suoi a scapito del bene pubblico; che s’interessa poco dei problemi del paese; e che Berlusconi invece di porre fine alla corruzione e il clientelismo che hanno caratterizzato la Prima Repubblica li ha continuati e forse peggiorati.  Tutto cio’, non significa che questi elettori non voteranno piu’ per il centro-destra o per Berlusconi, ma lo faranno senza grandi illusioni e con stanchezza, per ragioni di tornaconto personale (almeno Berlusconi non mi manda la Guardia di Finanza) o per disaffezione verso la sinistra.

Sei inquisito? Perfetto, allora ti nomino ministro!

Pierluigi Bersani, a proposito della nomina a Ministro al Decentramento e sussidiarietà di Aldo Brancher, che ieri ha presentato istanza di legittimo impedimento al processo per la vicenda che riguarda la tentata scalata di Antonveneta da parte di Bpi:

Ieri il mondo ha imparato due cose sull’Italia: che la Slovacchia ci ha buttato fuori dai mondiali e che nel nostro paese si fanno ministri per scansare la giustizia. Non so quale appaia più vergognosa, ma credo proprio la seconda»: così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, arrivato a Milano per partecipare al corteo della Cgil, ha commentato la nomina a Ministro al Decentramento e sussidiarietà Aldo Brancher, che ieri ha presentato istanza di legittimo impedimento al processo per la vicenda che riguarda la tentata scalata di Antonveneta da parte di Bpi.

(via l’Unità.it)

La mannaia del Governo si abbatte sull’editoria

Sospese da oggi tutte le agevolazioni per gli abbonamenti postali a libri, quotidiani e periodici. È quanto prevede un decreto dello Sviluppo economico (!), pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale, che individua nel 31 marzo 2010 l’ultimo giorno di applicazione degli sconti tariffari previsti per la spedizione dei prodotti editoriali. Una decisione che purtroppo era nell’aria da tempo, ma che, se attuata, potrebbe provocare la scomparsa di molti piccoli editori.

Le associazioni di categoria si stanno ovviamente mobilitando. Speriamo che la situazione muti, o saranno davvero tempi duri per larga parte dell’editoria italiana. E i primi a farne le spese saranno ovviamente gli già scarsi acquirenti di libri, che dovranno farsi carico delle aumentate spese di spedizione.

(Via Sole 24 Ore)

La vittoria di Nichi Vendola e il Pd

La scontata vittoria di Vendola alle primarie pugliesi non può non suonare come l’ennesimo campanello d’allarme (ma ci vorrebbero campane, da cattedrale, temo, per dare una salutare svegliata a certi ambienti…) al Pd.

Viene da domandarsi come si possa persistere con tanta stolida ostinazione a voler ignorare la volontà popolare, il rifiuto delle sterili strategie elettorali che costringono oggi il segretario del partito, Pierluigi Bersani, a dichiarare a denti stretti:

La candidatura di Boccia non era contro Vendola ma lo comprendeva. E si preoccupava di non stare stretti nel nostro campo, ma di favorire la convergenza delle opposizioni in un percorso di alternativa alla destra. Questo era il senso. È una strada che abbiamo ancora davanti, anche in Puglia, anche se in condizioni più complicate». Ora però siamo determinatissimi a sostenere Vendola. Le primarie le abbiamo inventate noi, sappiamo bene come ci si comporta: si appoggia con convinzione chi ha vinto.

Per citare un’espressione cara al Montalbano del buon Camilleri: Crediamoci.