Nei giorni scorsi mi sono occupato, sulle pagine del blog magazine Libri e Parole, di quello che da più parti è considerato il racconto perfetto, To Build a Fire, (1902/1908) del grande Jack London.
Conosciuto, a seconda delle edizioni, sotto vari titoli, come Preparare un fuoco, Allestire un fuoco o, più semplicemente, Accendere un fuoco, rappresenta per certi versi la quintessenza della visione della vita dello scrittore, dominata da un vitalismo esasperato, in perenne lotta con una Natura spietata ma infinitamente più saggia dell’uomo.
La forma è scintillante, affilata come un rasoio. I periodi, tipici di London, sono fulminanti. La storia narrata è un concentrato d’azione e psicologia, serrata come un thriller e mai banale o noiosa.
Segnalo peraltro che ne esistono alcune efficaci trasposizioni per immagini; tra queste merita senz’altro di essere ricordata quella realizzata a fine anni ’60 da David Cobham, che si pregia della voce narrante di Orson Welles.
Qui trovate la recensione completa del racconto