La “Verità” di Trump

Former U.S. President Donald Trump announced Wednesday he will launch his own social media platform, TRUTH Social, according to a press release by …

Trump launches his own social media platform, TRUTH Social

L’ex “Presidente Pazzo” Trump ha annunciato il lancio di una nuova (un’altra?) piattaforma social.

L’ironia involontaria è che questo social, ammesso decolli, si chiamerà Truth, ossia Verità.

Certo, come no?

The Circle

MV5BMjY2OTM2Njc3Ml5BMl5BanBnXkFtZTgwNDgzODU3MTI@._V1_SY1000_CR0,0,674,1000_AL_Consiglio di recuperare, per chi non l’avesse visto, un film uscito un paio d’anni fa, The Circle. Ben interpretato da Tom Hanks e Emma Watson, diretto con buon ritmo dal compianto James Ponsoldt, è tratto dall’omonimo romanzo SF di Dave Eggers del 2013.

Dettagli sul film a parte, è il messaggio contenuto nel film a essere importante, visto che denuncia con grande efficacia i gravi pericoli insiti nel meccanismo stesso dei social network.

L’annullamento della privacy compiuto anche in nome di presunti benefici sociali, la manipolazione politica e sociale, lo sfruttamento commerciale più bieco dei dati personali (la merce, com’è noto, siamo noi) sono fenomeni sotto gli occhi di tutti noi, eppure l’utilizzo dei social continua a dilagare.

Facebook, a dire il vero, sta accusando il colpo, dopo i ripetuti, inaccettabili scandali che hanno visto protagonista la tentacolare creatura di Zuckerberg, e molti utenti si stanno cancellando dalla sciagurata piattaforma. Speriamo che il loro gesto sia imitato in gran numero.

Di questi e altri, non meno rilevanti, problemi parla tra l’altro da anni Jaron Lanier, vero e proprio eretico digitale. In questo periodo The Circle è disponibile anche sulla piattaforma e sulla relativa app di RaiPlay.

 

 

Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social

Jaron LanierChe i social stiano avvelenando le esistenze di molti di noi credo sia un fatto innegabile. Condizionano i nostri comportamenti, ci trasformano in soggetti passivi da sfruttare per meri fini commerciali o, peggio, per manipolare le nostre idee e convinzioni politiche.

Pensate ad esempio allo scandalo Cambridge Analytica, che ha ulteriormente danneggiato l’immagine – e le quotazioni in Borsa – del tentacolare Facebook, o all’ondata costante di fake news propinate quotidianamente sulla medesima piattaforma per fini commmerciali o criminali. Ma gli esempi negativi sono innumerevoli, e davvero c’è da aver paura dello strapotere dei social network.

Il provvedimento più saggio da adottare sarebbe cancellare i nostri account social. Subito, senza rimpianti né esitazioni. È quanto raccomanda anche Jaron Lanier, un personaggio eccentrico ma geniale, pioniere della realtà virtuale e autentico guru delle complesse problematiche legate all’abuso delle moderne tecnologie.

Il suo ultimo libro è un pamphlet prezioso, da leggere – anzi, se possibile studiare – attentamente. Il titolo dice tutto: Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social. Ne parlo più diffusamente qui.

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Zuckerberg conferma la pericolosità di Facebook

Zuckerberg congresso
(© Win McNamee/Getty Images)

Insomma, martedì scorso l’audizione di Mark Zuckerberg (CEO di Facebook, per quei pochi che ancora non lo sapessero) davanti alla Commissione per l’energia e il commercio del Senato degli Stati Uniti in merito allo scandalo Cambridge Analytica e alla poco limpida – per usare un eufemismo – gestione dei dati dei vari miliardi di utenti Facebook nel mondo è andata così così.

Le domande di alcuni senatori – non esattamente dei giovincelli, diciamocelo – sono parse in alcuni casi confuse e troppo arzigogolate. Hanno dato l’impressione di conoscere poco i meccanismi che governano i social e le varie app.
Ma anche le risposte di Zuck, che pure da un iniziale imbarazzo si è via via sciolto, non hanno brillato: Z. si è prodotto in scuse ripetute, ripetendo tra l’altro che FB non può essere considerato a suo avviso un editore, ma la sostanza non cambia.

Facebook si conferma per quello che è: un Moloch pericoloso, sfuggito più o meno consapevolmente di mano ai suoi stessi creatori, che vive divorando i nostri dati personali per farne merce preziosa. La sua apparente gratuità consiste proprio in questo, nel monetizzare i dati dei suoi iscritti. La merce in altre parole siamo noi.

Ieri poi Zuckerberg ha subito il fuoco di fila della Commissione dell’energia e del commercio della Camera dei Rappresentanti, e gli è andata anche peggio, producendosi in risposte vaghe o, direi, inquietanti.