The Fight

Nei giorni scorsi mi sono occupato, sulle pagine del blog magazine Libri e parole, di un libro a mio avviso formidabile, The Fight, di Norman Mailer. Lo scrittore, che tra l’altro fu un pugile dilettante,  racconta l’epico combattimento del 1974 combattuto tra Muhammad Ali (Cassius Clay) e l’allora campione del mondo dei pesi massimi George Foreman.

Il momento finale del combattimento

Curiosa la scelta, forse dettata da ragioni di marketing, di pubblicare in nuova edizione il libro lasciandone il titolo non tradotto, come usano talvolta i nostri distributori cinematografici. A mio avviso sarebbe stato di gran lunga più efficace quello usato da Baldini & Castoldi in una precedente versione,  Il combattimento

A dirla tutta, e non me ne voglia l’editore, anche la copertina appare un po’ slegata dal contesto del libro, ma si tratta comunque di scelte editoriali legittime (è l’editore che decide e paga, in fin dei conti).

Detto ciò, il libro merita, e molto, come potrete capire meglio leggendone la recensione completa qui.

Forza Gimondi!

Felice_Gimondi_1966

Questi ultimi addii non ci volevano proprio. Dopo la scomparsa della brava e simpatica Nadia Toffa, ci ha lasciato anche il grande campione Felice Gimondi.

Il nome di Gimondi è legato indissolubilmente alla mia infanzia: vedevo il suo volto in miniatura all’interno delle biglie colorate con cui giocavo in spiaggia, assieme al mio inseparabile amico Roberto, che come sempre gareggiava con me e la solita frotta di bambini assumendo l’identità del rivale Eddy Merckx.

All’epoca ci si divertiva con poco, senza cellulari né social network, prima ancora dell’avvento dei primi videogiochi. La sera era d’obbligo il pellegrinaggio alla sala giochi, sì, ma per giocare a flipper e al bigliardino… Altri tempi, sì.

Addio a Pietro Mennea, velocista supremo

Addio a Pietro Mennea, uno dei più grandi velocisti di tutti i tempi, campione olimpico a Mosca 1980 e per 17 anni detentore del record del mondo dei 200 metri.

Un campione vero, che ha rappresentato molto per quelli della mia generazione, un esempio di abnegazione, modestia e dedizione assoluta allo sport, ma anche e soprattutto alla vita, intesa nel suo senso più alto – nel suo caso anche di lotta ostinata contro il cronometro. E contro il tempo, che purtroppo alla fine è riuscito a sfuggirgli tra le dita.

España campeon!

Il 29 giugno 2008 la Spagna ha vinto il Campionato Europeo di Calcio 2008. Luca Pakarov rievoca a modo suo quei giorni di euforia e generale impazzimento mediatico (e non solo mediatico). Vi ricordo, anche se lui probabilmente neanche vorrebbe, che Luca è anche autore di un gran bel libro, Terminal.

Espana campeon

Più di mille anni di pellegrinaggi a Compostela alla fine hanno realizzato il miracolo. Il 29 giugno 2008 la Nazionale di calcio spagnola diventa campione d’Europa. Nella penisola iberica non si celebrava tanto dal XVI secolo, dal ritorno di Colombo con un bastimento d’indigene.
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La triste grandeur dell’Olimpiade cinese (e la guerra in Russia)

© David Mdzinarishvili/Reuters
© David Mdzinarishvili/Reuters

E così l’Olimpiade 2008, quella che suggella l’infamia di un governo oppressore dei diritti civili, è partita. Inutile sfoggio di grandeur, con parate che evocano sinistri spettri militaristi.

Nel frattempo, in Russia i caccia del presidente russo Dimitri Medvedev hanno bombardato Tbilisi, in Georgia, nell’ambito di un’operazione militare condotta “per costringere la parte georgiana alla pace”. Lo ha dichiarato lo stesso Medvedev.