It’s Showtime, Apple dall’hardware ai servizi

Si può essere o meno utenti (o fan) dei prodotti Apple, ma – simpatie e preferenze a parte – merita di essere segnalato questo video promozionale, realizzato dalla Casa di Cupertino in occasione dell’evento che si è tenuto pochi giorni fa.

Gli annunci hanno riguardato, come largamente anticipato dai soliti bene informati,i nuovi servizi offerti dalla Mela Morsicata, tra i quali ha fatto particolarmente parlare di sé Apple TV+, il servizio di streaming video. D’altro canto è innegabile ormai la tendenza al progressivo, inarrestabile abbandono della TV generalista da parte degli spettatori – un trend che, nel mio piccolo, vado descrivendo da molti anni.

Non solo: l’enorme disponibilità accumulata nelle casse di Apple durante gli anni caratterizzati dall’avvento e dal successo planetario dell’iPhone e dell’iPad devono trovare sbocco in altri ambiti, lo reclamano a gran voce gli azionisti di Apple, con buona pace dei nostalgici del passato.

Ora i numeri stellari prodotti dai dispositivi mobili – non solo della Mela, intendiamoci: anche Samsung  risente dell’offensiva cinese, concorrenziale perchè molto più a buon mercato – stanno cominciando a ridimensionarsi e quindi dev’essere parso inevitabile al buon Tim Cook cominciare a trasformare Apple da “semplice” produttore hardware a fornitore di servizi. Un processo a ben vedere intrapreso già anni fa con l’introduzione di Apple Music, il servizio di musica in streaming.

Certo, la competizione con colossi del calibro di Netflix e Amazon sarà a dir poco dura e l’esito non è affatto scontato: sarà il mercato, come sempre, a dettare legge.

Hendrix. La storia completa illustrata

gillianggaarhendrixDi libri sul mitico Jimi Hendrix ne sono stati pubblicati a vagonate nel corso degli anni, lo so. Molti sono raffazzonati, pagine e pagine di aria fritta e fuffa, concepiti per lucrare sul mito mai sopito di chi non a torto è considerato il più grande chitarrista Rock di tutti i tempi.

Al contrario, Hendrix. La storia completa illustrata, curato da Gillian G. Gaar, è un’opera finalmente ben fatta: contiene immagini molto belle e rare e una biografia asciutta, ben scritta e una volta tanto non agiografica.

Veniamo così a conoscenza dell’infanzia difficile di Jimi, dell’incontro – avvenuto con le caratteristiche di una vera e propria folgorazione – con la musica, approcciata dapprima con un ukulele e poi con una chitarra così malridotta da possedere una sola corda.

La Gaar non manca naturalmente di rievocare la prima esibizione dal vivo, e il sofferto periodo del servizio militare, durante il quale l’artista continua comunque a suonare con William “Billy” Cox.

JHE ancora: le imbarazzanti strategie messe in atto da J.H. per ottenere l’agognato congedo dai paracadutisti, i primi successi e le innumerevoli vicissitudini di una carriera terminata troppo presto.

Per chi volesse approfondire, ne parlo più diffusamente sul blog magazine Graphomania.

 

 

 

 

 

(post aggiornato in data 01-02-2018)

Assange: nemico pubblico numero uno o eroe dei nuovi media?

20120703-224104.jpgIn questo periodo Julian Assange è tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache. Al momento, l’hacker si è rifugiato a Londra, presso l’ambasciata dell’Ecuador, nella speranza di ottenere asilo politico.

Un paio di giorni fa il suo avvocato ha ribadito il timore che l’estradizione del suo assistito in Svezia possa portare a gravi conseguenze, ben peggiori del processo per stupro che vede coinvolto il fondatore di Wikileaks. L’allusione è alle autorità statunitensi, propense a considerare Assange un pericoloso criminale, anzi una sorta di pericoloso terrorista internazionale. E c’è chi paventa, oltre che il carcere, una condanna a morte per il vulcanico attivista.

Come si può vedere, la materia è complessa, e seguire le rocambolesche imprese di Assange è impresa ardua. Giunge però in soccorso del lettore desideroso di capire qualcosa di più dell’intero fenomeno Assange un saggio di recente pubblicazione, Julian Assange: Nemico Pubblico Numero Unodi Chiara Perseghin (Ciesse Edizioni, 2012).

L’opera rappresenta al momento il lavoro più aggiornato, se non il più esaustivo, sulla complessa figura dello scatenato hacker e sull’organizzazione da lui creata, Wikileaks.

Questa la scheda del libro:

Julian Assange Nemico Pubblico Numero Uno non aspira a essere l’ennesima biografia del più celebre hacker del mondo, quanto a fornire una chiave di lettura per cercare di comprendere meglio il fenomeno Assange. Il saggio, aggiornato a giugno 2012, attraverso una trattazione agile, un linguaggio non paludato e una scansione in capitoli rapida descrive l’uomo del momento, Julian Assange. Lo fa scandagliando luci e ombre di un personaggio controverso, geniale ma anche contraddittorio. Ma lo fa anche senza perdere di vista il ventaglio di reazioni e conseguenze messe in atto dal ciclone WikiLeaks. Non è esagerato ipotizzare che d’ora in poi nulla sarà più come prima.

La facile notizia dell’arresto di George Clooney

Ieri i media italiani, salvo rare eccezioni come la mai troppo lodata RaiNews 24, hanno dato largo spazio alla notizia dell’arresto a Washington della star hollywoodiana George Clooney, limitandosi però all’aspetto – scontato e becero – del gossip.

L’azione dimostrativa dell’attore e di suo padre mirava invece a sensibilizzare l’attenzione su ciò che sta accadendo in Sudan. Qui l’attore ha girato di recente un video, che pubblico per far capire di cosa stiamo parlando, con la necessaria avvertenza che contiene scene e immagini molto crude.

Ma la realtà è questa, che ci piaccia o meno.

La fiction è la versione definitiva della storia?


Dibattito mai sopito, quello che verte sul ruolo e la figura dello scrittore nell’era moderna. A seguire il punto di vista di Don De Lillo,  a mio avviso il più grande scrittore contemporaneo.

Ed è un parere che  non posso che condividere, si parva licet.

Si dice che il giornalismo sia la prima bozza della storia  e che la fiction sia la sua versione definitiva, poiché lo scrittore è colui che possiede gli strumenti per esaminare la vita intima di chi è al centro degli avvenimenti. Per questo la sua versione dei fatti sarà sempre più completa di qualsiasi ricostruzione storica. Così il romanzo diviene lo strumento migliore per indagare su come ogni individuo sia condizionato da ciò che lui chiama “energie storiche”.

(da un’intervista apparsa su l’Unità, 1 giugno 2011)

Steve Jobs su All Things Digital

Steve Jobs, intervistato da All Things Digital in merito alla decisione, molto discussa, ma a mio avviso anche molto saggia, di non supportare Flash sulla piattaforma iPhone – iPad, si è così espresso:

[…] Non esiste al momento un cellulare che supporti Flash e tra poco il 50% dei contenuti sarà in HTML5 contro il 25% di oggi. Hypercard (lacrimuccia di nostalgia, N.d.R.) ai suoi tempi era più importante di Flash.

Full D8 Video: Apple CEO Steve Jobs.

Apple supera Microsoft

Era giocoforza che accadesse, come riporta, non senza un certo comprensibile compiacimento, il N.Y.T. (nè posso dire di esserne dispiaciuto nemmeno io, a dirla tutta…):

Apple Surpasses Microsoft as Most Valuable Technology Company

Apple, the maker of iPods, iPhones and iPads, overtook Microsoft, the computer software giant, on Wednesday to become the world’s most valuable technology company.

In intraday trading in the afternoon session, Apple shares rose 1.8 percent, which gave the company a value of $227.1
billion. Shares of Microsoft declined about 1 percent, giving the company a market capitalization of $226.3 billion.

This changing of the guard caps one of the most stunning turnarounds in business history, as Apple had been given up
for dead only a decade earlier. But the rapidly rising value attached to Apple by investors also heralds a cultural shift:
Consumer tastes have overtaken the needs of business as the leading force shaping technology.

L’alba di una nuova era: il Pulitzer a una testata on line

Svolta epocale: uno dei più prestigiosi riconoscimenti per la carta stampata – il Pulitzer Prize for Investigative Reporting – è stato assegnato per la prima volta a una testata online e non profit, ProPublica. Tema dell’inchiesta, ripresa poi dal magazine del New York Times: il lavoro dei medici di un ospedale di New Orleans, isolato dall’alluvione scatenata dall’uragano Katrina.

Il premio rappresenta, direi, la presa d’atto ufficiale di un altro modo di fare giornalismo, sancendo di fatto l’avvenuto passaggio dall’informazione tradizionale della carta stampata a quella, ubiquitaria e in tempo reale, veicolata dal Web e spesso addirittura svincolata da logiche commerciali.

Salutiamo l’alba di una nuova era. Niente sarà più come prima, nel mondo del giornalismo.

Susan Sarandon, hippie irriducibile

Cosa voleva fare quando aveva 13 anni? A 13 non so, ma a 20 la hippie. Negli anni 60 e 70, quando scendevi in strada la gente ti ascoltava, oggi nessuno protesta più.

La parte preferita del suo corpo? Le tette, da giovane le adoravo. E non ho mai avuto problemi a farle vedere. Mia madre sì, a tutt’oggi non ha mai voluto guardare un film in cui mi spoglio, il che da giovane succedeva piuttosto spesso!

Permetterebbe a sua figlia di posare per Playboy? Ho cercato in tutti i modi di convincerla a farlo, ma lei non ne vuole sapere. Io l’ho fatto, e mi sono divertita.

Fuma? Non sigarette… Ripeto, sono una hippie. Anche i miei figli lo pensano. Ma almeno non li ho chiamati “Raggio di Sole” o “Campo di Luce”.

Quando è depressa, cosa fa? Cammino. C’è una bellissima passeggiata a New York, lungo il fiume, puoi andare fino in cima a Manhattan e ritorno. Cammino cammino cammino, e alla fine sono così esausta che non riesco più a pensare a quello che mi angoscia.  []

(D Web intervista Susan Sarandon)

Una buona notizia

Che in America qualcosa cominci finalmente a cambiare, a proposito della circolazione a dir poco disinvolta delle armi?

Measure to Expand Gun Rights Falls Short in Senate
The Senate on Wednesday turned aside a provision that would have allowed gun owners with valid permits from one state to carry concealed weapons in other states as well.
(via N.Y.T.)