Brunori Sas: A casa tutto bene

Il panorama cantautorale di casa nostra – i soliti, inossidabili VendittiDe Gregori, Ron, Vecchioni, Baglioni, Zero, Paoli ma anche i meno attempati Antonacci e Carboni – tende, vuoi per ineludibili ragioni anagrafiche, vuoi per un’altrettanto inevitabile stanchezza creativa, a una certa autoreferenzialità: album di cover (De Gregori alle prese con il neo Nobel Bob Dylan, per esempio), di greatest hits ripetuti ad libitum, oppure dischi revival di antichi successi (Baglioni in più occasioni) e così via.

Niente di male, intendiamoci. “Anche loro devono campare”, è solito osservare a ragione un mio amico meccanico nonché buon appassionato di musica italiana. Questo spiega del resto anche l’incessante attività concertistica della brigata “d’autore”, causata a sua volta dalle entrate sempre più magre scaturite dalle vendite dei dischi (altro articolo in via d’estinzione).

Una bella boccata d’aria fresca la regala invece il bravo Dario Brunori, in arte Brunori Sas, giunto piano piano al quarto album in studio, A casa tutto bene.

I testi sono efficaci, non verbosi ma anzi pungenti al punto giusto, oppure poetici e coinvolgenti. Le musiche sono ben suonate e arrangiate alla grande da quel mago dei suoni che risponde al nome di Taketo Gohara, in un piacevole mix di suoni acustici e digitali.

Ascoltando le canzoni di Brunori Sai, c’è chi vi coglie echi del Francesco De Gregori più ispirato. Io vi avverto anche echi dal mai troppo rimpianto Rino Gaetano nell’approccio a volte irriverente e da Ivano Fossati per certe scelte musicali, attente alla ritmica e alle sonorità.

Insomma, un disco riuscito da un artista che promette davvero bene.

Per approfondire: http://blog.graphe.it/musica/a-casa-tutto-bene-brunori-sas