Radio Varsavia

Un modo per ricordare allo stesso tempo la figura di Franco Battiato, artista immenso che ci manca sempre più, con un brano, ahinoi, mai così attuale. Quello che segue è il videoclip di Radio Varsavia, canzone tratta dall’album L’arca di Noè, uscito a fine ’82.

Radio Varsavia, 1982.

Radio Varsavia

E i volontari laici
scendevano in pigiama per le scale
per aiutare i prigionieri
facevano le bende con lenzuola.

E i cittadini attoniti
fingevano di non capire niente
per aiutare i disertori
e chi scappava in occidente.

Radio Varsavia
l’ultimo appello è da dimenticare.

E i commercianti punici
prendevano sentieri di montagna
per evitare i doganieri
ed arrivare in Abissinia.

La Cina era lontana
l’orgoglio di fantastiche operaie
che lavoravano la seta
le biciclette di Shangai.

Radio Varsavia
l’ultimo appello è da dimenticare.

Libri da leggere a febbraio

Ora che abbiamo un nuovo – anzi “vecchio”, pardon, grazie alla cronica inadeguatezza dei nostri partiti, incapaci di trovare l’accordo su un valido candidato – Presidente della Repubblica, tutta l’attenzione mediatica si sta rapidamente spostando sulla nuova edizione, la settantaduesima, del Festival di Sanremo.

Per questo mese ho pensato allora di stilare la consueta lista dei libri da leggere in maniera un po’ atipica, selezionando solo libri legati al mondo della musica. Si parla infatti dell’eterna diatriba BeatlesRolling Stones, di Bob Dylan, di Giancarlo Lucariello, di Franco Battiato e perfino del clan Casadei (quelli del liscio romagnolo, proprio loro).

Appuntamento al prossimo mese e buona lettura o buon ascolto, fate voi!

Franco Battiato, non un vero addio

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Vivere non è difficile potendo poi rinascere.

Cambierei molte cose un po’ di leggerezza e di stupidità.

Nell’autunno del 2019 segnalavo sulle pagine di questo blog quello che purtroppo si è confermato come l’ultimo album di Franco Battiato, Torneremo ancora.

La scomparsa del grande cantautore, ahinoi non inattesa, anzi temuta da qualche anno, da quando aveva lasciato le scene, colpisce al cuore, avvenuta oltretutto a poca distanza dalla morte dell’amica Milva, per la quale F.B. curò l’ultimo album. Nel 2017 era venuto a mancare Giusto Pio, molto più di un collaboratore per il musicista catanese.

Ci sarebbe molto da dire sull’arte di Battiato: sperimentatore ardito e intransigente di musica elettronica e progressive nei primi anni ’70, cantautore Pop-rock negli anni seguenti, regista cinematografico, intellettuale colto e autoironico, mistico sui generis. Continua a leggere “Franco Battiato, non un vero addio”

Addio a Milva, ultima diva della canzone

La scomparsa, avvenuta all’età di 81 anni, di Milva rappresenta davvero una grande perdita per il mondo della musica.

Artista eclettica e dotata di grande personalità – autentica primadonna dei palcoscenici di mezzo mondo – ha saputo spaziare come nessun’altra tra generi diversi.

Ma si sa, alto e basso sono categorie spesso appiccicate a forza da critici pedanti su contenuti a loro incomprensibili o sgraditi.

Al contrario, l’unico criterio accettabile è quello qualitativo. E di qualità Milva ne aveva in abbondanza.

Forse, come non ha mancato di rilevare anche qualche sua illustre collega, nel nostro Paese non le è stato concesso tutto il riconoscimento che meritava.

Non a caso ad esempio la sua discografia è stata riversata solo in parte su CD, nè tantomeno sui principali servizi musicali in streaming. Su questi ultimi compaiono perlopiù vetuste antologie e qualche album recente (tra questi però ricordo il suo ultimo album, Non conosco nessun patrizio, curato dal grande amico Franco Battiato)

Ma, direi vergognosamente, non sono reperibili, se non su vinile e a caro prezzo, alcuni degli album più importanti e rappresentativi della grande interprete. Mi riferisco ai dischi scritti e prodotti per lei dai grandi Enzo Jannacci (cantautore importantissimo, anch’egli pressoché rimosso dalla nostra memoria, ahinoi, sempre più breve) e il già ricordato Franco Battiato.

A magra consolazione vi segnalo che sono almeno ascoltabili su YouTube. Speriamo che il triste evento della dipartita della grande artista rammenti alle case discografiche il dovere di ristampare questi album, d’indiscutibile qualità.

E dunque, non resta che rivolgere il nostro saluto riconoscente alla Rossa. Addio Milva, ultima grande diva della musica italiana.

L’arte di Franco Battiato

DavidNieri_FrancoBattiatoOggi è il compleanno di Franco Battiato, al quale vanno tutti i nostri auguri per i suoi 75 anni.

L’opera del grande artista siciliano, che definire semplice cantautore o musicista suonerebbe quantomeno riduttivo, è vasta e multiforme: una carriera musicale contraddistinta da più fasi, dalla musica leggera degli esordi alla fine degli anni ’60 all’elettronica e al progressive del decennio successivo, per tornare poi più o meno stabilmente alla forma canzone, sia pure praticata attraverso più linguaggi musicali.

In effetti, cifra distintiva sin dagli inizi della sua lunga carriera è la spinta alla ricerca continua. Non solo in campo prettamente artistico, ma anche sul piano della crescita interiore.

Approcciarsi all’arte di Battiato può apparire impresa non facile, specie per chi lo conosca poco o l’abbia scoperto solo in tempi recenti. A tal fine può essere d’aiuto un volumetto di recente uscita: Franco Battiato. Camminando con le aquile, di David Nieri.

Il libro è una sorta di guida all’ascolto del poliedrico compositore e ne parlo più diffusamente sulle pagine del blog magazine Libri e parole.

Franco Battiato: Torneremo ancora

BattiaFa uno strano effetto ascoltare quello che a tutti gli effetti potrebbe essere l’ultimo – nel senso, ahinoi, di definitivo – album di Franco Battiato, Torneremo ancora.

15 brani, di cui 14 registrati dal vivo con la sontuosa Royal Philharmonic Orchestra e uno, quello che dà il titolo all’album, inciso in studio (poco più di una demo, sia pure orchestrata e arrangiata a posteriori).

Un effetto strano, dicevo, perché non si può ascoltare il disco senza ignorare il periodo difficile che sta vivendo Battiato: si è colti da un senso di malinconia a tratti struggente, nel risentire la voce, già a tratti esitante e affaticata del grande musicista.

Né è di conforto la visione del clip promozionale diffuso in occasione dell’uscita del disco, che mostra l’artista stanco e provato, quasi smarrito. L’intento forse era quello di mostrarlo al lavoro con la sua amatissima musica, ma le immagini,  quasi impudiche, al contrario finiscono per rattristare e turbare lo spettatore.

Mi è tornato in mente il video, per certi versi analogo, di Headlong, brano dei Queen tratto dall’album Innuendo, che mostra un Freddie Mercury smagrito recitare la consueta parte della rockstar sfrontata e impetuosa. Quando vidi l’immagine di Freddie in studio di registrazione ricordo che ne rimasi molto turbato: mi sembrò di cogliere i segni della malattia su quei lineamenti resi quasi iconici da tanti videoclip di successo. E ancora la notizia della malattia non era trapelata.

Nonostante ciò, alla fine Torneremo ancora risulta un buon lavoro, quasi spiazzante nella sua paradossalmente scarna solennità. E se anche dovesse scrivere la parola fine alla vasta discografia del Maestro, posso affermare senza problemi che non sfigura affatto accanto agli altri lavori pubblicati in precedenza.

E chissà che non torni ancora anche lui, Franco Battiato: vulcanico, poliedrico e provocatorio come l’abbiamo sempre conosciuto e apprezzato.

Live in Roma: il ritorno di Battiato e Alice

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Lo scorso autunno è uscito Live in Roma, disco dal vivo della coppia Franco BattiatoAlice, ricostituita lo scorso anno per un fortunatissimo tour grazie anche alle insistenze dello stesso Franco Battiato: com’è noto, la cantante forlivese in questi ultimi anni ha intrapreso un percorso artistico piuttosto defilato, che l’ha vista spesso lontana dalle luci della ribalta.

L’album presenta una carrellata di successi dai loro ricchi repertori, più tre duetti. Un lavoro interessante, se come me amate la musica – e i testi, non meno validi – dei due artisti. Forse la presenza di Alice appare un po’ sacrificata, ma tant’è.

Per approfondire:

http://blog.graphe.it/musica/live-in-roma-battiato-alice

Video © TG1 Rai

Addio a Giusto Pio

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Giusto Pio e Franco Battiato nei primi anni ’80

Ieri, all’età di novantuno anni, è scomparso Giusto Pio. Violinista di grandissima abilità tecnica, arrangiatore e compositore tra i più raffinati, colto ma mai noioso, ha legato indissolubilmente il suo nome a quello, più noto al grande pubblico, di Franco Battiato.

È proprio alla collaborazione con Giusto Pio che Battiato deve in gran parte il successo tanto a lungo inseguito fin dalla fine degli anni ’60 e raggiunto solo agli inizi degli anni ’80 con La voce del padrone, album fortunatissimo – vendette oltre un milione di copie, una cifra impensabile per lo scricchiolante mondo discografico di oggi, e non solo per gli artisti di casa nostra – del 1981.

Ma l’impronta di Giusto Pio, quel suono inconfondibile di violino suonato come una sorta di Joe Satriani del violino, è ben presente e direi quasi dominante già nei 2 album precedenti di Battiato, L’era del cinghiale bianco del 1979 e Patriots dell’anno seguente.

Assieme alla chitarra strepitosa di Alberto Radius (ex Formula Tre) e alle splendire tastiere di Filippo Destrieri il nuovo sound di Battiato – popolare ma allo stesso tempo sofisticato – Giusto Pio riuscì a traghettare Battiato dal progressive e dalla musica elettronica alla Stockhausen al mondo delle radio e dei juke-box.

La collaborazione con Battiato si protrarrà sino ai primi anni ’90: Giusto Pio arrangerà, dirigerà l’orchestra, farà cantare il suo violino e sarà insomma una presenza fondamentale nella musica di Battiato.

E infatti la sua mancanza, negli anni seguenti, si avvertirà, lasciatemelo dire.