Srebrenica: processo ai caschi blu olandesi

Dietro questa storia ci sono un uomo, una donna, una famiglia e 8000 fantasmi; le vittime del massacro di Srebrenica. Ricordate? Era il caldo luglio del 1995. C’era la guerra in Bosnia. L’uomo è Hasan Nuhanovic. Ora ha 40 anni. Allora era un interprete dei caschi blu olandesi. È stato uno dei pochi sopravvissuti a quella che è stata definita “la peggiore atrocità” commessa in Europa dopo la Secondo Guerra Mondiale.

La donna è Liesbeth Zegveld, avvocato di Amsterdam, specializzata nella difesa dei diritti umani. Mehida, Damir e Alma Mustafic sono invece la famiglia di Rizo, meccanico impiegato presso la base militare delle Nazioni Unite della cittadina bosniaca. Lui non ce la fece: venne ucciso dai soldati del generale serbo-bosniaco Ratko Mladic. Il 16 giugno, la vedova e le figlie di Mustafic sedevano accanto ad Hasan, e dietro al loro avvocato, nella aula del Tribunale dell’Aja. Dove è iniziata una delle più importanti cause riguardanti il massacro. E non è l’unica che parte in questi giorni. Il 18 giugno un’altra corte olandese discuterà della denuncia presentata da un’associazione che si chiama “Le madri di Srebrenica”, una sorta di prima class action del genocidio.

(da Panorama.it)

Per approfondire l’argomento della strage di Srebrenica:
“Processo agli Scorpioni”, di Jasmina Tesanovic.