Ieri Repubblica nelle pagine della cultura ha ricostruito con dovizia di particolari un’interessante vicenda, a metà strada tra l’evento giudiziario e la querelle culturale. Mi riferisco alla causa che vide opposti Gabriele d’Annunzio ed Eduardo Scarpetta, per plagio e contraffazione della celebre tragedia del Vate, La Figlia di Iorio.
Scarpetta aveva messo in scena un’opera farsesca, Il Figlio di Iorio, che peraltro non ebbe successo, e segnò l’amaro epilogo della fortunatissima carriera del grande commediografo napoletano.
La vicenda si trascinò a lungo, e si concluse con un nulla di fatto: il reato non sussisteva. Interessanti i personaggi che scesero in campo a difendere le ragioni dell’una e dell’altra parte. Un nome per tutti, Benedetto Croce