Continua a leggere “Perchè il “Caso Vendola” deve diventare una questione nazionale”
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D’Alema: Facebook non basta
Massimo D’Alema, intervistato oggi da Repubblica:
[…] Per troppi mesi siamo rimasti sospesi nell’incertezza del “partito leggero”: non abbiamo capito se doveva essere un partito di iscritti, di sezioni, di gazebo. Il risultato è un ircocervo, che oggi nessuno sa ben definire. La mia vecchia sezione Ds contava 427 iscritti, era un centro vivace, pieno di iniziative. Quando abbiamo fatto il Pd, e abbiamo dato vita alla cosiddetta “elezione per adesione”, sono venute a votare 687 persone. Da allora, più nulla. Il tesseramento è iniziato con grande ritardo. Oggi la sezione ha 120 iscritti, e non ha più neanche una sede. Casi analoghi sono avvenuti in tante parti del Paese. Oggi il Pd ha grosso modo la metà degli iscritti che avevano i Ds. …Un grande partito, se vuole essere riformista e di massa, deve avere regole, strutture. Bisogna che la gente lo trovi, nel suo quartiere, nella sua città. Certo, lo deve trovare anche su Internet, su Facebook, o nelle piazze quando c’è una manifestazione. Ma questo non basta, non può bastare.
È finita così
Stamani il sindaco di Venezia Massimo Cacciari ha dichiarato:
La responsabilità del fallimento non è nè di Soru nè di Veltroni: è il Pd nel suo insieme che non va. Si tratta di un vento nazionale che spira in questo Paese. E il Partito Democratico non è in grado di tenerlo: tutta la leadership del partito – sosteneva Cacciari – in questi mesi si sta dimostrando non all’altezza della situazione. Non si affrontano i problemi organizzativi (che ho sottolineato tante volte), non si sviluppa un dibattito politico-strategico all’interno del partito, la dialettica è ancora bloccata sulle vecchie leadership e non si promuovono forze giovani. In questa situazione quanta strada si vuole fare? È evidente che finisca così.
Oggi pomeriggio, poi, è davvero finita così.
O innovazione, o morte
Walter Veltroni ha dato un ultimatum, che suona però un po’ fuori tempo massimo, oltre che vago e indeterminato: “O innovazione, o morte”.
A prescindere dalla constatazione sotto gli occhi di tutti dello stato comatoso, se non proprio della morte, nel quale versa già da un pezzo per il Pd, c’è da chiedersi cosa intenda il buon W.V. per “innovazione”, a meno che non intenda proseguire sulla strada del lodevole, ma in fondo velleitario, social networking dell’immancabile Facebook…
Pannella vs Pd
Non sto insultando gratuitamente il Partito democratico: quando dico che sta mettendo in atto un comportamento tecnicamente eversivo, per sovvertire il risultato di un’elezione regolare, sono pronto a dimostrarlo anche in giudizio». Marco Pannella spiega di aver consultato anche i suoi avvocati, e che le pressioni del Pd (con il quale i radicali sono alleati, e del cui gruppo fanno parte i parlamentari pannelliani) per far dimettere il neo-eletto presidente della Vigilanza, Riccardo Villari, «configurano un reato punibile fino ai cinque anni», quello di attentato al funzionamento di organi costituzionali. E per impedire questo «comportamento delittuoso contro la virtù repubblicana» Pannella è pronto ad usare anche «le armi della non violenza» e ad attuare da oggi (previo parere dei suoi medici) «uno sciopero totale della fame e della sete» per «aiutare i garanti della legalità», a cominciare dal presidente della Repubblica.
Lettera aperta a Walter V.
Scrive Paolo Guzzanti a Walter Veltroni, già sottoposto al fuoco di fila – anzi, di fiele – scatenato contro di lui da Maurizio Gasparri:
Ma porca miseria, Walter! Ma ci risiamo? Ma è mai possibile che seguiti a fare errori e mandi a ramengo qualsiasi politica che – ipoteticamente – potrebbe essere di sinistra? Non per buttarla a ridere, ma quel «Yes we can» di Obama non soltanto ti ha dato alla testa, ma porta sfiga perché ottiene l’effetto contrario perché la verità è che no, Waltie, you can’t.
You can’t, Waltie, and this is a fucking problem. And I really don’t know what else I can do for you (fuck!) Waltie. Di che sto parlando? Ma lo sai benissimo di che sto parlando: di questo pasticciaccio brutto del professor Villari che s’ha da dimettere dalla Vigilanza Rai, tipo «questo matrimonio non s’ha da fare», hai presente Renzo and Lucy, Waltie? Ora dimmi: come hai fatto a ficcare la testa in questo cappio? Te lo dico io come, Waltie: tu hai voluto prima incassare Di Pietro suicidando il tuo partito, poi hai cercato di scassare Di Pietro e poi incassare di nuovo Di Pietro e così via sempre in controtempo: come quando uno gioca a scopone e spariglia quando non deve e il compagno gli dà un calcio sotto al tavolo, Waltie, e cerca di capirmi.
Ti sei termopilizzato (ricordi le Termopili, Waltie? Avrai il dvd a casa, spero) su Leoluca Orlando perché era dipietrista. E hai sbagliato tempo perché a Di Pietro non gliene fregava niente. Poi hai mollato Di Pietro accendendo le speranze nel tuo orto ma le hai subito spente con l’idrante riacciuffando Di Pietro. Un casino, scusa la franchezza. […](segue)
Quando finisce un amore: Uòlter e Tonino
… Ed è guerra aperta, ormai.
Nasce YouDem, la Social TV del Pd
(((Temo che lo scollamento del Pd dal mondo reale sia ormai irreversibile… )))
Nasce YouDem
http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=79844
[…] Il 14 ottobre 2007 quattro milioni di italiani esprimevano la loro voglia di partecipare andando a votare alle primarie. Ora, per festeggiare questo anniversario di democrazia, il Pd se n’è inventata un’altra: è YouDem, la tv “dal basso” del Partito democratico. Le trasmissioni – in onda sul canale 813 di Sky oppure via Internet – cominciano martedì alle 9.30 con la rassegna stampa di Michele Serra, seguita da un programma sull’ambiente condotto da Mario Tozzi.
Alle 11 ogni giorno Gianni Riotta in “.Dem” intervisterà dirigenti del Pd. Il primo giorno si comincia con Veltroni. Il palinsesto di martedì continuerà poi con alcuni documenti e rubriche riguardanti l’economia e la politica estera, quest’ultima a cura di Filippo Sensi, e con alcuni filmati di ragazzi italiani, conosciuti da Veltroni a Denver, che a proprie spese stanno seguendo la campagna elettorale di Obama. Il pomeriggio, rubriche con vari ospiti tra cui, ad esempio, lo scrittore Andrea Camilleri, l’economista Tito Boeri, la direttrice de l’Unità Concita De Gregorio, lo scrittore Sandro Veronesi. […]
Cacciari vs. Veltroni
Massimo Cacciari critica la sortita di Walter Veltroni contro Berlusconi, definito “un’anomalia del sistema democratico”:
“Ormai… più fisiologico di Silvio Berlusconi chi c’è? (ride). È vent’anni che è lì! Dire che è un’anomalia diventa ridicolo (ride). I suoi avversari dovrebbero dire che è una malattia cronica e inguaribile (ride), non un’anomalia (ride). Ma come si fa a dire che è un’anomalia una persona che da vent’anni per la terza volta è tornato a fare il presidente del Consiglio? Si può dire che è anomala l’Italia a questo punto, no Berlusconi (ride). Più normale di così! E’ dal 1994 che è in politica. Dire che è un’anomalia è una cattiva battuta, è una cosa che fa ridere. Che fa sorridere. Anomalia a casa mia vuol dire un’eccezione e come si fa a dirlo di uno che per la terza volta è tornato alla guida del governo?”.
E allora perché Veltroni ha usato queste parole? “E che ne so io! Bisogna chiederlo a lui…”.
Gli USA sono in crisi, la recessione avanza, e anche il PD non si sente troppo bene
Dice Sofri JR su W.V.:
Il PD oggi è molto in difficoltà: chiedete in giro. Peggio: ha un’immagine di partito allo sbando: cito mi pare lo stesso Walter Veltroni quando disse dell’agonizzante governo Prodi, “si avverte una sensazione di sfarinamento”. E guardate, so distinguere le fesserie dei giornali da quello che pensa la gente: ma so anche che le fesserie dei giornali orientano molto di quello che pensa la gente, e so che le fesserie dei giornali non possono diventare un alibi. Se chiedete in giro alle persone normali cosa pensano stia facendo il PD, vi risponderanno che Veltroni e D’Alema si fanno la guerra. E non posso credere davvero che uomini intelligenti reputino che la soluzione a questo tipo di comunicazione sia semplicemente rispondere “no, non è vero”.
Ma io non mi so spiegare Walter Veltroni, e quindi immagino che qualcosa mi sfugga. Cosa mi sfugge? Tutto il paese fa battute – divertite o scorate – sullo stordimento da KO che avrebbe colpito il nostro segretario, o quel che è. Tutti si chiedono dove sia finito il Veltroni della campagna elettorale: tutti notano la totale differenza di passo, ovvero l’assenza. Dico solo che ho trovato incredibile che sull’unica iniziativa politica e di comunicazione forte presa da Walter in questi mesi – l’intervento sulla questione Alitalia – invece che leggere e sentire almeno sulla stampa non vicina al centrodestra “Veltroni interviene sulla questione Alitalia”, se non “Veltroni risolve la questione Alitalia”, ho letto e sentito solo “Veltroni: sono intervenuto io”. Con conseguente prevedibile derisione e demolizione del concetto da parte del centrodestra. Ma che modo è? Ma c’è l’abbiamo un responsabile della comunicazione, un gruppo di persone che lavorino su queste cose, che sono le cose con cui poi si vincono i cuori e le elezioni?
Warte, cosa mi sfugge? Cosa ci sfugge? Perché ti avviso, siamo in parecchi. E siamo il famoso paese reale, non una cosa che si snobba con un’alzata di spalle e la legittima convinzione di essere quelli che sanno fare le cose, altro che chiacchiere. Le chiacchiere stanno affondando questo partito.
(il resto dell’intervento lo trovate qui)
(E grazie al sempre vigile MS per la preziosa segnalazione)