I video? Solo sul Web, ormai

Leggo su CyberNews:

Niente più radio o tivvù, i videoclip in futuro si guarderanno on line. E’ quanto emerge da una ricerca, condotta da Ipsos MediaCT su 1500 persone nel Regno Unito. Dallo studio, pubblicato sulla Bbc, emerge che il 57% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni guardano la musica su YouTube, ‘snobbando’ Mtv.

E per forza, aggiungo io: con la programmazione dissennata che fanno le emittenti musicali, MTV in testa, completamente asservite come sono alle bieche logiche commerciali delle playliste imposte dalle major, il pubblico dei videoclip non ha altre risorse se non cercare e guardare i video degli artisti preferiti sulla rete.

Lunga vita a YouTube, dunque!

La ricetta di Alberoni: una moratoria dei media giovanili

Scrive Francesco Alberoni sul Corriere:

Questi adolescenti […] quando sono a scuola, in casa, quando si trovano con gli adulti non ascoltano. Comunicano solo all’interno del loro universo adolescenziale con mezzi che gli adulti non possono controllare: sms, Internet, chat, YouTube, altre web-tribù. Si incontrano di notte, nelle discoteche e nelle feste. Coi genitori recitano, e questi non sanno nulla della loro vita reale. Considerano i docenti dei falliti che insegnano cose inutili e guardano con compatimento gli psicologi. Fra loro parlano poco, piuttosto chattano e ascoltano musica. È dalle canzonette che prendono le parole e i concetti filosofici che ispirano la loro vita: «Sii libero, fa quello che vuoi e ricorda che sei perfetto !». I loro modelli sono i personaggi dello spettacolo, chi va a Il Grande Fratello, i calciatori miliardari, i bulli, e perfino chi si distingue su YouTube con qualche filmato da brivido. La separazione fra il mondo giovanile e adulto è incominciato negli anni ‘ 60 del secolo scorso con i figli dei fiori, il movimento studentesco, la rivoluzione sessuale. Molti di questi giovani hanno avuto problemi, ma perlomeno avevano radici e ideali. La nuova generazione non ha radici, non ha fondamenti etici, non ha cultura né classica, né politica. Alcuni pensano che, proprio perche è così vuota, sarà più aperta, creativa. È una illusione: senza radici, senza un rapporto reale e drammatico con la vita, senza capacità di confrontarsi e di riflettere e con l’ illusione di essere perfetti, non si crea niente.

E fin qui, l’analisi pare abbastanza condivisibile. Ma è il rimedio proposto a lasciare perplessi, fin troppo semplicistico e draconiano:

A volte mi domando se a questi adolescenti non farebbe bene un periodo di moratoria, in cui si chiudano loro YouTube, le chat, le discoteche, si limiti l’uso di Internet e dei cellulari per consentire loro di ricominciare a parlare, di riprendere contatto con le altre generazioni, con i giornali e i libri. Una moratoria periodica di due mesi l’anno, una cura disintossicante.